La copertina è occupata per intero dalla foto di Thomas Dutronc, artista jazz, destinatario dell’intervista di questo numero, con la sua chitarra. Gli altri titoli : Guigal al quadrato, Ai piedi del Ventoux, Hugel e l’eredità dell’Alsazia, Cucina: il meglio dello Zinc, e naturalmente le Foires aux vins.
Di queste ultime e della loro importanza per i francesi si è già detto nel resoconto del numero di settembre della Revue du Vin de France. Terre de Vins non è da meno, e infatti dedica loro circa un terzo del fascicolo.
Dopo una breve presentazione, alla quale è allegato anche il calendario delle degustazioni speciali organizzate per l’occasione da cavistes e grande distribuzione, si comincia con i report sulle singole aziende, partendo, secondo l’ordine alfabetico, da Auchan. Seguono Carrefour, Casino Géant, E. Leclerc, e poi via via Système, Monoprix, Aldi, Lidl, Lavinia, Nicolas, e le aziende che vendono su Internet. Di ogni azienda è riportato l’elenco delle offerte più interessanti e una breve scheda per il coup de coeur del comitato di assaggio della rivista. Ce n’è da meno di 5 euro (un Muscadet del Domaine de la Chauvinière, il Clos Les Montys 2018, a 4.95 euro) a oltre 120 (lo Château Haut-Bailly, Pessac-Léognan rouge del 2016 a 127.50 euro), ma sono numerose le buone occasioni a meno di dieci euro la bottiglia, specie per i vini della Loira e le denominazioni minori del Rodano. Al lettore il compito di spigolarle secondo la propria curiosità.
Ad aprire questo numero, dopo naturalmente le vignette di Master Chat e le numerose rubriche di sempre, è un incontro con Philippe e Marcel Guigal, per la serie “Sur le divin”.
Quello dei Guigal è, com’è noto, uno dei Domaines iconici della Valle del Rodano, famoso soprattutto per i suoi grandi crus della Côte-Rotie. Il Presidente è attualmente Philippe, affiancato dai genitori, Marcel e Bernadette. Marcel (che oggi ha 75 anni), dopo aver acquisito nel 1984, la Maison Vidal-Fleury, un antico négoce della Vallée du Rhône fondato nel 1781, che il padre Étienne aveva contribuito a sviluppare, ha costruito in pochi decenni un vero e proprio impero, acquisendo lo Château d’Ampuis (1995), il Domaine de Vallouit (2001), il Domaine de Bonserine (2006) , lo Château de Nalys , a Châteauneuf-du-Pape (2017): 75 ettari nella Valle del Rodano settentrionale e 60 in quella meridionale, produce oggi 8 milioni di bottiglie e si avvale di oltre 100 collaboratori. L’intervista si svolge molto su un registro personale, ma tocca anche le prospettive di sviluppo della casa .
La Saga che segue l’intervista ai Guigal riguarda la famiglia Hugel, il cui Domaine a Riquewihr rappresenta un pezzo importante della vitivinicultura dell’Alsazia e della sua storia. Gli Hugel arrivarono in Alsazia negli anni ’30 del ‘600, in piena Guerra dei Trent’anni: Hans Ulrich veniva dalla Svizzera e subito s’inserì nella corporazione locale dei viticultori. Gli Hugel si trasmettono da padre in figlio il mestiere di viticultori e tonnelier . Oggi le bottiglie del loro Domaine portano il marchio HUH (in memoria di Hans Ulrich Hugel), con la data di arrivo del pioniere della famiglia: 1630.Gli Hugel posseggono 30 ettari di vigna (il 50% biologiche) , in tre grandi zone : quella calcarea di Pflostig, il mille-foglie argilloso di Sporen e il mosaico sedimentario caratteristico di Riquewihr, lo Schoenenburg.
Dopo l’intervista a Dutronc (i suoi vini preferiti sono Bordeaux e Corsica, con qualche intrusione del Rodano e del Roussillon) tocca alle pepite del Beaujolais (otto bottiglie selezionate da Pauline Gonnet), ai vini bio di Laure Goy (due rosé di Tavel), alla verticale di Pichon-Longuevoille Comtesse de Lalande commentata da Yohan Castaing (oscar al 1982, ma straordinari anche 2015 e 2016) e ad altissimi livelli le altre annate assaggiate.
Il Ventoux è la meta dell’escapade vinicole di questo numero:Marie Pierre-Delpeuch conduce i lettori di TdV alla conoscenza di questo terroir e di alcuni suoi produttori di punta: Chêne Bleue, Domaine de Fondrèche, Château Pesquié, Château La Croix des Pins, La Dame des Dentelles, Terra Ventoux. Per finire, i suggerimenti per sostare, mangiare, assaggiare, i prodotti da acquistare e, naturalmente, i luoghi da visitare.
L’altra escapade (più sintetica) è in Ungheria, nelle terre del Tokaji, con la guida di Guillaume Bouvy. Lo spazio della gastronomia è dedicato ai rognoni di vitello e ai vini per accompagnarli, al crottin de Chavignol, il famoso chèvre del Sancerrois, alla cucina de Le Zinc di Grenoble. Poi le varie rubriche di sempre e le coulisses di Pierre Arditi, il noto attore-amatore di vini.