Raddoppiano,a causa della pandemia, i numeri doppi: diventa più difficile rispettare la periodicità normale e si fa di necessità virtù.Ritorna la Dining Guide, con gli oltre 3.500 ristoranti premiati dell’annata 2020, ma la festa, quest’anno, é più dimessa: la crisi ha messo in gravi difficoltà il mondo della ristorazione, e diversi ristoranti awarded non hanno riaperto dopo il lockdown, mentre per altri il rischio chiusura diventa sempre più concreto.
L’editoriale di Shanken e Matthews parla di vera e propria devastazione del settore e sottolinea che la ristorazione di qualità ha oggi più che mai bisogno del supporto della sua clientela. Si comincia dunque con i ristoranti e la loro resilienza, dopo la lunga serie di rubriche, le lettere dei lettori e le pagine di commento dei columnists (la Rioja che guarda al futuro di Matthews e la difficile campagna dei futures a Bordeaux vista da Molesworth).
La guida é suddivisa in due parti. Nella prima gli articoli di Cassia Schifler, Gillian Sciaretta e Julie Harans illustrano I principali aspetti della situazione, anche raccogliendo le testimonianze di ristoratori e chefs. Nella seconda parte, a precedere la consueta Buying Guide che chiude la rivista, é l’elenco dettagliato dei ristoranti premiati, nel quale sono naturalmente sovra-rappresentati gli States.
Su tutti, come sempre, California (20 Grand Awards su 100), e New York (16), poi Nevada (5) e ancora un’altra ventina di ristoranti disseminati tra gli altri stati americani. Al resto del mondo restano le briciole: all’Italia, che batte di misura la Francia per 6-5 non é andata tanto male , visto che alla Spagna sono toccati solo due grand awards (come Austria e Inghilterra).
Purtroppo il mondo della ristorazione italiana per gli americani é molto statico, visto che, anche quest’anno, i magnifici sei sono l’Antica Bottega del vino di Verona, l’Enoteca Pinchiorri, Cracco, La Pergola, La Ciau del Tornavento e il sempiterno Poeta contadino di Alberobello. Che altro c’é? La new age dello chardonnay californiano vista da Kim Marcus, la Toscana in tavola di Owen Dugan nel ristorante Spacca di Nancy Silverton (menu molto fusion nonostante la presenza della Bistecca Fiorentina), il successo della vodka che non si ferma più, i vini australiani di fronte alla crisi visti da Mary Ann Worobiec, la grande annata 2018 in Germania.
Solo un cenno su quest’ultimo articolo, firmato da Aleks Zecevic. Una grande annata (93 lo score) per i vini secchi: le condizioni climatiche molto favorevoli hanno infatti permesso di produrre vini ricchi e maturi in tutte le varie regioni del vino della Germania, che possono essere apprezzati subito, ma anche invecchiati. Non all’altezza dell’ineguagliabile 2015, migliore millesimo in una serie peraltro molto favorevole degli ultimi cinque, ma di ottimo spessore. Al top secondo Zecevic sono però i riesling dolci: 97 punti al Trockenbeerenauslese Kiedrick Gräfenberg di Robert Weil (Rheingau), ma, a quota 96 ci sono altri sei vini (tre dei quali moselliani), tutti Auslese, Beerenauslese o Trockenbeerenauslese. Non resta quindi che la Buying Guide , con il solo Fiano Exultet di Quintodecimo nelle vetrine dei vini di maggior prestigio.