Gli onori della copertina toccano questa volta al Pinot noir californiano, al quale va il titolo principale, ai vini spagnoli e ai ristoranti dei Paesi Baschi, e-più in piccolo- ai migliori Great Buys (belle bottiglie a meno di 25 dollari) e a Sarah Jessica Parker che racconta il vino.
Questa volta cominciamo con GrapeVine e le sue rubriche. Ad aprire questa sezione è la confutazione, da parte della ricerca attuale, di cinque false credenze sul rapporto tra vino e salute, poi è il ritratto-intervista della Parker (la Carrie di “Sex and the City”), annunciato in copertina: l’attrice ha ora una partnership con la wine company Invivo e il sauvignon neo-zelandese.
Per Wine Focus, Aleks Zecevic parla del cambiamento di stile dei riesling tedeschi, sempre più secchi e focalizzati sui crus, e propone i suoi assaggi preferiti delle ultime vendemmie.
Altri temi: itinerario eno-gastronomico nella regione della Sierra Foothills, in California , formaggi americani in “Cheese”, le pagine dei columnists (Marcus sul nuovo corso a Carneros e Sanderson sull’”autentico” Blind Tasting).
Il primo grande servizio vero e proprio di questo numero è quello dedicato al pinot noir californiano celebrato da Sideways. Ne parla Kim Marcus, che ha assaggiato per i lettori di WS oltre 650 Pinot noir. La migliore performance della vendemmia 2017 è quella delle Santa Lucia Highlands, ma anche quella delle altre zone, a partire da Carneros, è abbastanza soddisfacente, sebbene l’annata sia stata complessivamente un po’ meno brillante della 2016. Primavera umida, estate calda e un settembre con ondate di caldo: i vini del 2017 sono piacevoli, ma mancano di struttura.
L’annata 2016 ha segnato la fine delle annate secche, col ritorno della pioggia, e l’estate non troppo torrida ha ripagato con vini molto eleganti.
Nella personale graduatoria di Markus, quattro vini raggiungono la fatidica quota dei 95 punti (quella dei vini outstanding): tre sono dell’annata 2016 e uno solo del 2017. Sonoma vince su tutte le altre regioni, piazzando tre vini tra i primi quattro e otto tra i primi dieci. Il sevizio sui pinot californiani è completato da una breve descrizione dei principali territori del pinot della California di Aaron Romano, concluso dalla Alphabetic Guide, nella quale sono presentati schematicamente i risultati delle degustazioni. 650 Pinot noir californiani, ordinati in ordine alfabetico: soltanto le Wineries produttrici, l’annata, il prezzo e lo score.
Voliamo con i lettori di WS in Spagna, dapprima per conoscere i migliori ristoranti baschi, tra Bilbao e San Sebastian selezionati da Robert Camuto, che segnala anche degli indirizzi per sostare nella regione. A seguire Thomas Matthews parla dei vini spagnoli. Il titolo è enigmatico “Qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo”. Dopo aver tracciato un breve resoconto sulle regioni Top, Matthews accenna agli altri terroirs (a partire da quelli galiciani), nei quali un’esplorazione attenta fa emergere vini intriganti a prezzi moderati. Infine c’è la strada ancora da percorrere.
I temi sono molti, i fermenti pure, dal momento che diversi produttori maggiori stanno abbandonando le denominazioni di origine, dalla Catalogna, dove è nata una nuova organizzazione di produttori, Corpinnat, alla Rioja, nella quale è rivolta contro il Consejo e la sua decisione di permettere la specificazione dei luoghi e delle vigne di provenienza dei loro vini.
Le ultime annate: la 2016 (Priorat leggermente meglio di Rioja e Ribera del Duero) è stata di ottimo livello dappertutto, come le due precedenti. La 2013 è stata la meno brillante, soprattutto nella Ribera del Duero, dove un andamento climatico più freddo e umido ha dato vini più leggeri.

Quanto ai vini favoriti da WS, tra i Top wines, vengono dalla Ribera del Duero tre dei sei vini col punteggio più alto (95): gli altri sono un Rioja, un Priorat e un Conca Barberà. I rossi stravincono, ma a 94 punti c’è un Viña Gravonia bianco di Lopez Hérédia: tra i pochi bianchi predomina l’Albariño, con presenza isolate di godello, garnatxa Blanca , verdejo e Rueda.
Prima della “Buying Guide” resta solo la consueta passerella dei “Best Values”, dedicata ai vini che hanno più colpito la redazione di WS tra quelli di alta qualità e prezzo contenuto (fino a 25 $). Tra i rossi primeggia la Toscana con i suoi Chianti classico (Badia a Coltibuono 2016 fra tutti, 93/100), tra i bianchi è il momento del sauvignon (cinque vini tra i primi sei, con uno chenin della Loira a fare da intruso).
I nostri sparklings piacciono agli americani, e soprattutto il Lambrusco (due di Castelvetro ai primi due posti), ma anche quelli della Franciacorta . C’è posto anche per gli spumanti veneti (Prosecco e Durello), ma per nessun Trento classico. Spagna, Francia e Portogallo dominano invece la categoria dei Dessert wines (un Tokaij ungherese l’unico a non far parte di queste tre regioni vinicole). Eccoci alla “Buying Guide”, con i suoi consigli sui vini di tutte le regioni del mondo, dall’Argentina agli Stati Uniti (questi ultimi ripartiti tra i vari stati). Nelle vetrine dei vini di maggior prestigio abbondano gli italiani: naturalmente Toscana, Piemonte e Veneto (Amarone). Si chiude, come sempre, col Perfect Match: trota di mare con un ispanico Godello.