Sorpresa all’Ambasciata Greca4 min read

Ringraziamo l’amico Antonio Di Spirito, storico collaboratore di Lavinium, per questo contributo.

 

Nel 1986 ho fatto il mio primo viaggio in Grecia ed ero molto curioso di assaggiare qualche vino di quella che, oltre duemila anni fa, fu tra le prime realtà enologiche del mediterraneo e che tanti vitigni portò in Italia. Una delle curiosità più forti era senz’altro l’assaggio dei vini resinati: fu una mezza delusione, troppo preponderante era il sentore della resina sui sapori del vino.

Il 3 giugno scorso ho avuto l’occasione per una verifica: sono stato invitato ad una degustazione di vini greci presso la sede dell’Ambasciata Greca in Roma (una splendida cornice) ed ho partecipato molto volentieri proprio per farmi un’idea dello stato attuale dell’enologia greca.

L’Ambasciatore in persona ha fatto gli onori di casa e ci ha ricevuto con cordialità e con affabilità.

Discreto il numero dei campioni e molto buono il livello di qualità media.

 

S’inizia con uno Spumante Metodo Classico niente male: AMALIA BRUT. Prodotto dalla Tenuta TELEPOS in località TEGEA nel Peloponneso centrale, utilizzando il Moschofilero, vitigno autoctono a bacca rossa. Al naso arrivano profumi di mela e rosa accompagnati da una forte presenza di lieviti. Buon perlage fine e persistente, un po’ caldo  ma intenso: fruttato, fresco e speziato in bocca

 

Il colore di questo vino non è molto marcato, ma i profumi di fiori e frutta gialla sono molto intensi. Il RETSINA 2012 è un vino prodotto dalla Cantina Tetramythos in quel di Ano Diacopton nel Peloponneso Nord: è prodotto con il vitigno roditis ed il vigneto è condotto in regime biologico. Sapori delicati, comunque molto distinti, di frutta matura e mandorle: è fresco, persistente, leggermente caldo, ma con finale speziato e RESINATO; una sensazione lieve, per nulla invadente, anzi piacevole: una bella sorpresa!

 

 

 

La Tenuta Lyrarakis produce vini in Alagni, Isola di Creta, un villaggio ad oltre 400 metri di altitudine, utilizzando vitigni autoctoni ed internazionali. Il DAFNI’ 2012 è un vino prodotto con il vitigno dafnì (alloro). Nel calice è giallo paglierino ed emana profumi eleganti e prorompenti: fiori di zagare, frutta bianca, macchia mediterranea (mirto!) ed una forte mineralità tendente a idrocarburi. All’assaggio è fruttato, agrumato, salino ed una piacevole speziatura in chiusura lo rende molto persistente.

 

Il KALLISTO 2012 della tenuta Merkouri in quel di Korakochori nel Peloponneso Occidentale, è prodotto con uve assyrtiko e robola. In questo vino giallo paglierino brillante i profumi floreali sono molto tenui, mentre spicca frutta a pasta bianca ed agrumi alternati a zaffate minerali. In bocca frutta ed acidità “nascondono” un grado alcolico di rispetto e lo rendono abbastanza persistente.

 

Nell’isola di Santorini si produce vino sin dal 1200 a.C. e la fillossera non è mai arrivata. La Tenuta Sigalas possiede un vigneto impiantato oltre 50 anni fa a piede franco, su terreno vulcanico, in località Oia con vitigno autoctono assyrtiko. Da quel vigneto proviene il SANTORINI 2012, un vino bianco secco con ben 14,5% di contenuto alcolico, schietto ed immediato. Bel punto di giallo paglierino, un bouquet di gelsomini è accompagnato da profumi di smalti ed agrumi. In bocca è fruttato, piacevole, intenso, fresco e la speziatura finale lo rende molto persistente.

 

 

Ed ora due vini molto simili e della stessa azienda. La Tenuta Driopi ha sede a Nemea, nel Nord-Est del Peloponneso in località Koutsi, a 350 metri di altitudine. Utilizza un vitigno autoctono, l’agiorgitiko, per produrre il DRIOPI’ ROSE’ 2013 ed il DRIOPI’ CLASSIC 2012. Al naso ambedue offrono fiori (ciclamino e viola) e frutta rossa e nera; in bocca sono fruttati e molto freschi: hanno un tannino ancora leggermente polveroso, ma piacevole, secco e persistente. Le differenze cromatiche non sono abissali: stessa base di rubino chiaro con riflessi violacei, ma molto più tenue l’intensità del rosè. Naturalmente la grossa differenza fra i due vini sta nella struttura e nella consistenza.

 

La Tenuta Merkouri possiede vigneti a Korakochori, nel Peloponneso Occidentale che arrivano vicinissimi al mare e furono impiantati intorno al 1870. Ancora oggi sono attive circa 5.000 piante di refosco che si sono acclimatate in quei luoghi. Il REFOSCO CLONE MERKOURI 2009 matura per 12 mesi in barrique di rovere francese, ha un colore rosso rubino intenso con riflessi violacei; al naso offre intensi profumi di viola e di amarene. In bocca è l’ottimo tannino che si fa apprezzare in un contesto fortemente fruttato e fresco, equilibrato e persistente.

 

E chiudo con un vino dell’isola di Creta della Tenuta Lyrarakis,  prodotto con il vitigno autoctono mandilari coltivato nel vigneto Plakoura, posto a 500 metri d’altitudine. Il MANDILLARI 2010 invecchia per 18-24 mesi in botti di rovere. Il colore è di una bella tonalità rubino intenso; profumi molto invitanti al naso: ciclamino e frutta rossa; in bocca è la fresca marasca a prevalere; il tannino è molto presente ed il sorso chiude con una bella speziatura.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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