Soldera dopo i quattro anni a Di Gisi3 min read

 

Lo scarno comunicato stampa dell’azienda Case Basse, arrivato in redazione venerdì alle 13 circa, è pieno di notizie buone, meno buone, prevedibili o previste.

Partiamo dalla più buona e cioè dalla condanna , con rito abbreviato, di Andrea di Gisi a quattro anni di reclusione. Stiamo parlando dell’uomo che nella notte del 2 dicembre 2012 aprì i rubinetti delle botti e mandò nelle fogne praticamente tutta la produzione delle ultime annate di Case Basse.

Non siamo dei giustizialisti ad oltranza e quindi la nostra contentezza non deriva tanto dalla giusta pena  ma dal fatto che la giustizia abbia messo un punto fermo e su questo possano partire i rimborsi assicurativi assolutamente fondamentali per il futuro di Case Basse.

Non ci intendiamo molto di assicurazioni ma crediamo che qualsiasi rimborso richiesto per un danno del genere non possa prescindere dall’aver individuato un colpevole e che questo niente abbia a che vedere con il danneggiato. Speriamo quindi che quanto prima Gianfranco Soldera e la sua famiglia possano ottenere i cospicui rimborsi assicurativi che serviranno, se non altro, a gestire anni molto difficili.

La notizia meno buona e nello stesso tempo prevedibile e prevista è quella dell’uscita di Case Basse dal Consorzio del Brunello. Al contrario di chi ci potrà vedere una specie di ritorsione o una mancanza di fiducia nell’istituzione,  non credo che la decisione sia dovuta a recriminazione vere o presunte, quanto ad una semplice e solare ammissione. Non avendo brunello da imbottigliare per alcuni anni cosa ci faceva Case Basse nel Consorzio se non pagare quote per niente?

 

Credo sia stata una semplice presa d’atto della situazione, una decisione che magari potrà essere rovesciata ancora una volta quando l’azienda avrà Brunello da vendere.

Capisco che un “rumors” del genere potrà essere discusso e rigirato come si vuole ma forse la semplice verità  è che in questo momento l’azienda, non avendo purtroppo Brunello da vendere per alcuni anni, non può avere vantaggi a far parte del consorzio, stop!

A proposito di vino da vendere: l’ultima parte del comunicato non mi è molto chiara, parla infatti di vino da vendere, in particolare “quanto dell’annata 2006 che era già stato imbottigliato e parte seppur limitata della produzione delle annate 2007, 2008, 2009, 2010, 2011 e 2012”.

Ora, magari mi sono perso (speriamo così del vino è salvo!) qualche passaggio, ma si era sempre parlato di perdita praticamente totale del vino giacente in botte e quindi non riesco a capire il vino del 2007-2008-2009-2010 e 2011 da dove spunti.

Visto che Gianfranco è stato molto preciso e tempestivo nel bloccare, dopo il fattaccio, le vendite del vino imbottigliato per evitare speculazioni, credo che dovrebbe esserlo ancora una volta dicendo di quali quantitativi si stia parlando. Questo potrebbe servire in primo luogo ai molti appassionati dei vini di Case Basse che potrebbero sin da ora sperare in almeno una o due bottiglie del Brunello “sopravvissuto”.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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