Sicilia en primeur 20115 min read

Salvaguardia dell’ambiente e sostenibilità sono state le parole d’ordine di Sicilia en primeur 2011. La manifestazione internazionale organizzata da Assovini Sicilia nella provincia di Ragusa, è giunta quest’anno alla sua ottava edizione e ha visto la partecipazione di 37 aziende associate e di 80 giornalisti di una ventina di paesi del mondo.

Secondo il presidente Diego Planeta, “è stata non solo una delle migliori edizioni degli ultimi anni ma ha anche dimostrato quanto sia forte la coesione tra le nostre aziende”. Da un’inchiesta effettuata tra le imprese associate ad Assovini nel gennaio 2011, il 61% dei soci impiega lieviti autoctoni, (lo scorso anno era il 51%) e più  del 50% è dotata di una certificazione di qualità dei processi in cantina.

Sempre il 61% ha già realizzato oppure sta realizzando degli impianti per il risparmio energetico mentre nel 21% delle strutture già si usano le energie alternative. Le dimensioni  degli impianti fotovoltaici sono in media da 20 a 50 kwh e la copertura energetica che si ottiene oscilla dal 10% all’80% del fabbisogno della cantina. Il 50% delle cantina Assovini ha inoltre anche realizzato sistemi per la riduzione dell’impatto ambientale dei residui di produzione, quali tralci e fecce.

Inoltre il 20% delle cantine sono state ristrutturate secondo i criteri della bioarchitettura. “Le aziende sono essenziali per la salvaguardia della Sicilia e per questo molte cantine, le istituzioni, l’Università e l’Istituto della Vite e del Vino – ha commentato Planeta –  hanno stilato accordi per dare vita a modelli di viticoltura eco-sostenibili”. Sul fronte della valorizzazione del territorio e del recupero delle strutture il 62,7% delle aziende Assovini ha riqualificato immobili destinando i locali per la maggior parte per attività aziendali, ad abitazione per il personale o per foresteria, ma anche per attività di accoglienza e degustazioni in cantina.

Nel corso del 2010 le aziende sono state visitate in media ciascuna da poco meno di 2.000 turisti per il 51% stranieri. Su quest’ultimo dato c’è comunque una grande variabilità: alcune aziende dichiarano di essere visitate per  il 90% da stranieri, altre al 95% solo da italiani.

 

La Sicilia come continente viticolo

La straordinaria varietà dei suoli alle altitudini che variano dal livello del mare sino ai 1.100 metri di alcune vigne di montagna, nonché al grande patrimonio di vitigni autoctoni, ma anche di alloctoni,  sono un punto di forza del vino siciliano.

La straordinaria varietà dei suoli alle altitudini che variano dal livello del mare sino ai 1.100 metri di alcune vigne di montagna, nonché al grande patrimonio di vitigni autoctoni, ma anche di alloctoni,  sono un punto di forza del vino siciliano.

Ogni azienda associata ha al suo interno due tipi di terreni completamente differenti, con punte anche di cinque. Per quanto riguarda la varietà delle produzioni in media le aziende Assovini hanno in produzione 8 diversi vitigni, con punte anche di 20 differenti vitigni in produzione. Inoltre il 42% delle aziende ne sta sperimentando altri, e per il 75% riguarda vitigni autoctoni.  Il 32% delle aziende Assovini conserva tra le sue vigne varietà che si possono definire reliquie.

Grande attenzioni anche ai temi della salute dei consumatori e dell’ambiente. Il 92% ha dichiarato di usare concimi a basso impatto ambientale (lo scorso anno era il 79%). L’84% delle associate usa anche fitofarmaci a basso impatto ambientale e tra le aziende socie ci sono in atto studi volti a ridurre al minimo i trattamenti sanitari con prodotti di qualsiasi natura e l’impatto ambientale dei loro residui. Il 76% inoltre preferisce utilizzare tecniche di lotta guidata e integrata alle malattie: ad esempio, alcune adottano siepi “polifite” come aree rifugio e per svernamento di insetti predatori utili per il contenimento dei parassiti.  Il 68% ha dichiarato di preferire materiali naturali e tradizionali nel vigneto, ripristinando i vecchi muretti a secco oppure utilizzando solo materiali naturali per i pali di sostegno. Il 50% utilizza sistemi d’irrigazione a basso impatto ambientale e il 79% ha adottato sistemi di depurazione delle acque di scarico. In conclusione il 47% delle aziende Assovini è già dotata di una certificazione ambientale, lo scorso anno era il 33%.

Il seminario

La degustazione di oltre 350 vini è stata introdotta da un seminario intitolato da “ Varietà dei territori della Sicilia e loro naturalità”, svolto da Attilio Scienza dell’Università di Milano dal titolo “Varietà dei territori della Sicilia e loro naturalità”.  Il ricercatore dopo avere mostrato la grande varietà dei territori viticoli siciliani e com’è cambiato nei decenni il paesaggio rurale in Sicilia, con il vigneto che in molto zone dell’isola ha sostituito cereali e pascoli, ha indicato nella “ viticoltura di precisione” la strada da perseguire in futuro. “Il consumatore dopo essersi indirizzato verso etichette dal gusto internazionale ora cerca sempre più la naturalità, l’originalità, la leggerezza e bevibilità del prodotto”.

 

L’assaggio ha confermato un grande interesse per i vini dell’area etnea e in particolare per il Nerello mascalese, star della manifestazione, così come per i nuovi cloni di Nero d’Avola e di Grecanico oltre che per il frappato – per molti giornalisti una scoperta – ma anche del grillo e in generale per i vini del messinese.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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