Se nel Paradiso Terrestre ci fosse stato un Wine Bar7 min read

Il Wine Bar “Al Serpente” si trovava in una posizione piuttosto defilata nel Paradiso Terrestre, per vari motivi. Il più importante era che il titolare di tutto quel bendiddio (appunto) non voleva che il  vino ed in genere l’alcol avessero un ruolo rilevante in loco, perché quando si parlava di Spirito non ci dovevano essere fraintendimenti.  Purtroppo era anche uno dei motivi per cui non è che gli affari andassero benissimo, anche se cosa potevi aspettarti da un luogo che ti proponeva solo due clienti, Adamo ed Eva, per di più senza tante voglie anzi, con nessuna voglia.

Serpente, il titolare dell’esercizio vedeva i due camminare come ebeti dalla mattina alla sera ammirando le meraviglie  attorno a loro: il bello era che pur girando nudi come vermi nudi (Serpente conosceva infatti anche diversi vermi che la mattina, prima di mettersi a strisciare, si vestivano di tutto punto…potenza del Paradiso Terrestre) non li aveva visti una volta che fosse una guardarsi, toccarsi, insomma, fare quelle cose che un uomo e una donna in un posto del genere avrebbero dovuto fare e rifare. Che ne sapeva Serpente di cosa avrebbero dovuto fare un uomo e una donna? Era un serpente, mica un coglione!

Fra l’altro erano anche due bei ragazzi e lei in particolare era un gran gnocca. A Serpente piaceva molto, però sembrava che lei (e anche lui a dire il vero) lo evitasse.


Insomma, anche se ti trovi nel Paradiso Terrestre un locale deve vendere pur qualcosa. Così Serpente si avvicinò a Eva e, con fare distaccato, iniziò.
“Ciao Eva, come stai?”
“Buongiorno Serpente.”  Poi con tono sempre freddo “Bene, grazie”.
Serpente continuò tranquillo “Cosa fai oggi? Cammini come sempre o…(con fare ammicante) insieme a Adamo avete scoperto qualcosa di meglio da fare????”
L’occhio leggermente interrogativo, quasi tendente al bovino di Eva fece capire a Serpente che anche oggi, nel Paradiso Terrestre, nessuno avrebbe inzuppato il biscotto. Serpente scosse leggermente la testa e andò avanti col suo discorso.
Voi umani siete proprio particolari. Vorrei sapere come fate a passeggiare tutto il santo giorno senza che vi venga voglia di bere qualcosa che non sia l’acqua del ruscello. Io avrei tanta roba buona nel mio wine bar e per due come voi sarei anche disposto a venirvi incontro. Facciamo così…voi assaggiate quello che volete e se vi piace, ci mettiamo d’accordo.”

Si vedeva che Eva voleva (a parte la rima) dire qualcosa, ma sembrava quasi vergognarsi o avere paura. Si guardava intorno poi abbassava lo sguardo…Serpente rincarò.

“Capisco, sono tempi grami per tutti! Siamo all’inizio, l’economia non tira molto, la liquidità (acqua a parte) scarseggia. Insomma, per pagare non dovete preoccuparvi! Siamo o non siamo amici?”

Eva non si decideva a parlare, ma alla fine sbottò “Vedi Serpente, a me e ad Adamo piacerebbe tanto venire da te ma…LUI…il Padrone di tutto questo bendiddio (appunto), ci ha detto chiaro e tondo che non sarebbe stato molto felice di vederci nel tuo locale.”

“Ma guarda quel figlio di…di….Dio!” masticò amaro Serpente “Mi fa mettere su un’attività e poi proibisce agli unici due clienti di frequentarla. Questa è proprio una carognata, un vero scherzo da prete. Ma ora vedrai cosa ti combina Serpente”


Così, con un ampio sorriso a trentasei denti disse “Ma se è per questo! Ma figuriamoci! Io lo so perché LUI vi ha detto così: perché  tra le bottiglie che ho in enoteca ce ne sono alcune, costosissime, di SUA proprietà. Lui ha paura che voi,  inavvertitamente,  le stappiate.  Guarda, facciamo così: le sue bottiglie le metto tutte da una parte, così si riconoscono bene e non correte rischi. Già che ci siamo perché non vieni a darmi una mano? Sai con  i lavori manuali ho qualche problema… così intanto ti faccio anche assaggiare una cosina che sicuramente ti piacerà”
Così Serpente fece entrare Eva nel suo locale e gli fece conoscere il meraviglioso mondo del vino. Ovviamente tutta roba  autorizzata da LUI. Tra i bianchi Lacryma Christi, rossi solo a base Sangiovese e alle fine un bel Vinsanto.
Una giornata del genere, anche se era sempre vissuta  nel Paradiso Terrestre, Eva non l’aveva mai passata. Non si sentiva solo felice e leggermente brilla ma anche piuttosto strana. Dentro di sé avvertiva sommovimenti mai provati prima, specie se pensava ad Adamo. Non riusciva bene a capire, ma quando vide Adamo la prima cosa che gli disse fu “E copriti quel coso lì davanti, dove credi di essere!” 

Adamo però l’aveva cercata tutto il giorno ed era piuttosto arrabbiato, così iniziò il primo battibecco della storia tra uomo e donna. Dopo un po’ però si calmarono e Eva poté raccontargli la sua giornata. Adamo era allibito: Eva aveva (ridagli con la rima) disobbedito al precetto che LUI aveva imposto, ma iniziò a calmarsi quando lei gli spiegò il fatto delle SUE bottiglie, di come erano state messe da parte con attenzione e che insomma, non c’erano problemi.

Saranno stati i discorsi, saranno state le carezze che Eva gli faceva in maniera sempre più insistente, ma accettò anche la proposta di tornarci assieme il giorno dopo e si distese per mettersi a dormire. Prima però dovette subire l’ultima stranezza di quella donna che, con uno sguardo che Adamo non gli aveva mai visto gli domandò “Ehi , Adamuccio, hai tanto sonno?”
L’occhio leggermente interrogativo, quasi tendente al bovino di Adamo fece capire ad Eva che anche oggi, nel Paradiso Terrestre, nessuno avrebbe avuto biscotti da inzuppare.
La mattina dopo di buon ora Eva svegliò Adamo e quasi di corsa andarono “Al Serpente”. Il proprietario li stava già aspettando  e cominciò subito la stessa iniziazione del giorno precedente. Però quando c’è nel mezzo un uomo le cose tendono sempre a complicarsi.

Così Adamo, che si dimostrò reggere meno l’alcol di Eva, cominciò a fare cose che il giorno prima non si sarebbe nemmeno sognato. Alzava la voce per chiedere questo o quel vino, si dava arie da intenditore e ad un certo punto dette una pacca sul culo a Eva che si sentì in tutto il Paradiso Terrestre. Eva, oltre che molto stupita del cambiamento di Adamo, era piuttosto incazzata per la pacca sul culo “Ma l’avesse a dare a sua madre o a quel rompipalle di suo padre” pensò, senza immaginare che fossero la stessa persona.

Comunque, in un momento in cui il serpente si era  allontanato disse  “Dai Adamo perché non stappiamo quel mathusalem di bollicine, che magari è qui dai tempi dei tempi” e gli indicò una delle bottiglie che LUI non voleva assolutamente venissero nemmeno avvicinate. Adamo, mezzo sbronzo, non se lo fece ridire due volte. Prese la bottiglia e, con mossa degna di vincitore di gran premio, fece saltare il tappo inondando tutto il locale.


Immediatamente si udì un grido che sembrò quasi oscurare il sole. “NOOOOOOOOOOOOOOOOO! IL CLOS DU MESNIL NOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!”

Non era un’ impressione: la luce era veramente quasi sparita, dopo il grido di dolore erano seguiti tuoni e fulmini e la terra si stava muovendo. Adamo ed  Eva, impauritissimi si abbracciarono e cercarono riparo in uno degli angoli del locale.
Si risentì la voce che, come avrete capito, era di LUI. “VI AVEVO DETTO DI NON TOCCARLE NEMMENO E VOI INVECE…”
LUI continuava a tuonare, a lanciare fulmini, a sproloquiare ed i nostri due poveretti, sempre più appiccicati sembravano ascoltarlo atterriti. In realtà, guardando bene, una mano di Eva stringeva forte non proprio la mano di Adamo, mentre quelle del maschietto non riuscivano a stare ferme, come se volessero recuperare il tempo perso.  I due forse non se ne rendevano conto o forse si, ma stavano, grazie al vino, scoprendo veramente un mondo.

Le ultime parole che nel casino generale intesero furono “..TU DONNA PARTORIRAI CON DOLORE”  e tutti e due pensarono la stessa cosa. “Se dev’essere così tanto vale portarsi avanti con i lavori!”

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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