Vi ricordate il presunto scandalo sul sauvignon friulano a base di bustine e misture varie? Vi ricordate il grande impatto avuto dalla notizia, con articoli, interviste, smentite, PM che arringano, avvocati che ribattono, produttori gridano la loro innocenza?
L’ultima tassello a questa storia è stata l’incriminazione di altre 14 aziende nel gennaio scorso, notizia accolta dai media con molta meno attenzione rispetto a settembre 2015. Non per niente non sono filtrati i nomi di questi 14 produttori e la cosa mi è sembrata, visto l’accanimento con cui dopo poche ore tutti sapevano gli inquisiti della prima ora, piuttosto strana.
Allora ho cominciato a chiedere in giro e piano piano è venuto fuori un quadro molto preoccupante sui danni reali, a prescindere per adesso da innocenza e colpevolezza, che questa inchiesta ha creato.
Ma prima cerchiamo di capire a che punto è l’inchiesta e qui ci si scontra contro un vero e proprio muro. Dalla Procura di Gorizia è uscita solo l’affermazione che l’inchiesta si concluderà nei sei mesi previsti e, visto che è iniziata a settembre, dovremmo essere veramente agli sgoccioli e tra pochi giorni sapere finalmente qualcosa di definitivo.
Questo qualcosa è atteso da tutti in un silenzio imbarazzato e imbarazzante. Ora non parla nessuno, nessuno rilascia interviste, tutti si defilano, nessuno sembra fidarsi di nessuno e solo in camera caritatis si riesce a sapere qualcosa e questo qualcosa non mette certo allegria.
Dopo lo scoppio dello scandalo ci sono state aziende che hanno avuto fortissime ripercussioni finanziare, dovendo annullare ordini su ordini e addirittura ritirare vini già venduti rimborsando i clienti. Una cantina aveva un agriturismo che andava a gonfie vele, ma dopo lo scandalo ha dovuto chiuderlo perché nessuno ci voleva più stare, figuriamoci poi bevendo, magari, un vino incriminato. Personaggi di spicco del mondo enoico friulano sembra si siano messi a dieta ferrea visto che, probabilmente dalla tensione, sono dimagriti vistosamente.
“Chi la fa l’aspetti” direte voi e effettivamente se venisse dimostrato quanto sostenuto dai giudici i problemi di vendite e quant’altro sarebbero un giusto “inizio pena” per chi ha sbagliato. Ma se alla fine tutto si risolvesse in un nulla di fatto e la bolla si sgonfiasse talmente da rendere inutile un qualsiasi processo, chi rimborserà i produttori friulani delle perdite sia finanziarie che di immagine?
A questo punto, davanti a questo grande “silenzio degli innocenti” che c’è nel mondo del vino friulano, la cosa migliore sarà di avere al più presto un chiaro pronunciamento dei giudici.