Sardegna bianchi: Vermentino di livello ma è il Semidano la sorpresa2 min read

Inviandoci i campioni per gli assaggi alcuni produttori sardi hanno tenuto a sottolineare come l’annata 2018 sia stata piuttosto piovosa, abbastanza fresca (fresca per la Sardegna, naturalmente) e quindi con aspettative buone ma non certo ottime.

Qualcuno invece ha addirittura parlato di clima estivo quasi tropicale, sottolineando quanto scritto fra parentesi qua sopra e cioè che le temperature basse in Sardegna non sono certo quelle  del Monte Bianco…

In definitiva un’annata non certo facile ma che, almeno per i bianchi, è stata ben interpretata. Vedendo anche i risultati dei bianchi liguri potremmo definire la vendemmia  2018 “quella del Vermentino”, perché anche in Sardegna i vini da questo vitigno hanno dato risultati molto interessanti e sempre sulla stessa falsariga ligure, cioè con una freschezza lineare che non preclude un corpo abbastanza importante e godibile.

Quindi buoni, se non ottimi risultati dal vermentino  ma anche da un altro vitigno con radici ancora più profonde sull’isola, il semidano.

Oramai prodotto quasi solamente attorno a  Oristano e soprattutto nella zona vocatissima di  Mogoro, questo vitigno, dai risultati in verità spesso altalenanti, ha espresso nel 2018 finezza aromatica, eleganza e nerbo . Vi consigliamo di provare quelli da noi considerati migliori, anche perché il prezzo dei vini è veramente irrisorio e vi farà scoprire un vitigno storico e di grande interesse.

Ma torniamo ai Vermentino e al loro “anno magico”, dimostrato non solo dalla media qualitativa alta ma dal fatto che è stata ottenuta quasi completamente dal Vermentino di Sardegna DOC, che negli ultimi due anni non ci aveva convinto molto: nel 2018 sono invece quasi sparite le diluizioni e la carenze aromatiche del recente passato, che avevano scavato un bel solco tra questa denominazione e il Vermentino di Gallura DOCG. Per quanto riguarda quest’ultimi ne abbiamo degustati troppo pochi per poter  dare un parere generale.

Tra qualche tempo parleremo dei rossi sardi, da noi tanto amati: nel frattempo potete “divertirvi” con  Vermentino e Semidano.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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