Rosato non per tutti!1 min read

Croce e delizia dell’enologo, il rosato è vino tutt’altro che facile da realizzare.

Altrettanto difficile e forse direi impossibile è  che un rosato prolunghi la sua vita in modo accettabile oltre i canonici 12 mesi.

E’ naturale che in questa tipologia di vino si cerchi frutto e freschezza, immediatezza e piacevolezza.

E’ questo che  cerca il consumatore quando decide di bere rosato: un vino che abbia qualcosa di più o di diverso dal bianco ma che non sia complicato per potenza e complessità come un vino rosso.

Questo è nella norma, ma come sempre ci sono interessanti eccezioni.

Si tratta quasi sempre di piccole produzioni particolari, destinate ad un pubblico più curioso, che ha voglia di uscire dagli schemi.

Non sono molti i produttori che si avventurano su questi insoliti sentieri produttivi.  In Puglia c’è Cristiano Guttarolo, con vigne a Gioia del Colle in contrada Spinomarino a 400 metri. Guttarolo ha tirato  fuori in questi mesi il Violet 2005, 1200 bottiglie in tutto, ottenuto dai racemi (femminelle) grappoli tardivi del Primitivo, vinificato e conservato in serbatoio di inox.

Un vino per niente facile, il naso viene spiazzato da note olfattive inusuali in cui ricercare marcatori classici diventa cosa ardua.

Spoglio del frutto, note di fiori appassiti e poi alghe marine e lievi accenni quasi iodati.

In bocca è secco inizialmente spigoloso con acidità ancora tagliente, nervoso, sapido e di buona lunghezza. Non per tutti!

 

 

Violet 2005
Rosato IGT Puglia
Az.: Cantine Guttarolo
Tel.: 3931916114
Uvaggio: Primitivo

Per gentile concessione del Corriere del Mezzogiorno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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