Per quanto mi riguarda Regina Ribelle, il nuovo format dell’Anteprima della Vernaccia di San Gimignano che si svolto dal 16 al 19 maggio (due giorni per la stampa e due per il pubblico), è iniziata un giorno prima, cioè mercoledì 15 maggio.
Quello era il giorno in cui le guide vini avevano a disposizione sala, sommelier e naturalmente tutti i vini mandati in assaggio dalle cantine. Degustazione organizzata alla perfezione con il risultato di avere un quadro preciso e chiaro sull’annata 2023 (e non solo)

Di questa vendemmia ne parleremo più approfonditamente quando tra pochi giorni pubblicheremo i risultati ma due cose possiamo dirle. La difficoltà della 2023 in Toscana è ormai un dato di fatto, con la peronospora che ha fatto danni ingenti praticamente ovunque. Peronospora a parte l’annata è stata calda e, nei mesi estivi, asciutta.
Le Vernaccia di San Gimignano 2023 che abbiamo degustato hanno due caratteristiche comuni: da una parte quella di essere meno fresche del normale, ma più sapide e con un peso maggiore al palato, dall’altra di puntare su gamme aromatiche più floreali che fruttate, corredate da erbe officinali e leggeri sentori erbacei. Nasi quindi già abbastanza complessi e bocche più ampie e piacevoli. Forse tre mesi in più di bottiglia rispetto ad un anteprima a febbraio aiutano, ma sono convinto che quelle da noi percepite sono le basilari caratteristiche dell’annata che può essere definita “già pronta e godibile ma con minor slancio nel tempo”.

Un grande slancio ha invece il Premio Giulio Gambelli, giunto alla sua 12° edizione. Quest’anno il vincitore è addirittura un giovane figlio di queste terre, Ovidio Mugnaini, nato a Poggibonsi (il nonno invece era nato a San Gimignano) e l’emozione che circolava in Sala Dante durante la premiazione era palpabile: si è dipanata nel sentito discorso di Ovidio e nelle frasi non di circostanza della Presidente del Consorzio Irina Guicciardini Strozzi e del Presidente ASET Leonardo Tozzi, per sciogliersi alla fine in applausi e sorrisi. Una bella cerimonia per un premio che, anno dopo anno, assume sempre più importanza.

Come importanti numericamente sono state le presenze a Regina Ribelle, sia (come si diceva un tempo) di critica che di pubblico. Del resto con le belle giornate di questo maggio ballerino venire a San Gimignano per assaggiare qualche vino e fare due passi non è certo sbagliato. Come non è sbagliato, per la stampa, degustare questi bianchi adesso, sicuramente più pronti e più leggibili.
Quindi sdoganiamo con piacere questa prima edizione, proponendo sin da ora un tema per l’anno prossimo. Parafrasando Dumas il nome potrebbe essere “Cinque anni dopo”, cioè proporre alla stampa sia la nuova annata che lo stesso vino di 5 anni prima, in modo da toccare realmente con mano quante Vernaccia di San Gimignano possono ormai essere considerate vini da bere giovani ma che danno il meglio di sé dai 3 ai 5 anni.
Penso sarebbe una degustazione veramente interessante e sorprendente.