Quando verrà studiato il “terroir” della Val di Cembra?4 min read

Giuro che non lo sapevo! Quando ho mandato un messaggio a Mara Lona in Val di Cembra chiedendole l’indirizzo di un buon rifugio come punto di arrivo della passeggiata domenicale, non immaginavo che quella stessa domenica a Cembra si concludesse la XXVIII Rassegna del Müller Thurgau.

 

Mara invece lo sapeva bene e in tre parole ci ha convinto a salire domenica 12 luglio a Cembra, non solo per assaggiare gli oltre 60 Müller Thurgau presenti, ma per vivere la conclusione di questa bella festa.

 

Cos’, lasciando il caldo a Trento, siamo saliti per le pendici di questa bellissima valle in buona parte coperta da vigneti. La val di Cembra infatti non sembra essere solo la terra di elezione del Müller Thurgau, ma piano piano si propone come luogo adattissimo sia ad altri bianchi aromatici che a vitigni difficili ma conosciutissimi (sia bianchi che rossi) come il Riesling e il Pinot Nero.

 

Ogni volta che salgo da Lavis seguendo la strada “tornantosa” mi sembra che la vigna sostituisca sempre più velocemente campi e boschi, e un minimo di apprensione mi prende per questa gente che sta puntando molto sulla viticoltura.

 

Ma anche se la vigna cresce e cresce sempre più in alto (oramai siamo quasi ad impianti vicini ai mille metri) il numero di produttori non aumenta e questo credo dipenda da alcuni fattori.

 

Il primo è la presenza di una forte cantina sociale, il secondo è che diversi produttori trentini vengono a comprare  uva in zona o a piantare vigna, il terzo è…che i Cembrani sono brava gente ma non certo grandi imprenditori di se stessi! Se non fosse per l’associazione Cembrani DOC, portata avanti con forza e determinazione da Mara e da un gruppetto di produttori, della Val di Cembra nessuno saprebbe niente o quasi.

 

E questo sarebbe un gran peccato perché il luogo ha ancora le stimmate di una bellezza paesaggistica indimenticabile, unita ad un’accoglienza semplice e amichevolmente garbata.

 

A proposito…arriviamo proprio nel momento in cui sta per iniziale la tradizionale sfilata dei trattori e la gente è tutta per strada: non solo i turisti ma anche i paesani, molti dei quali vestiti con abiti tradizionali. Si respira la classica aria di spumeggiante sagra paesana condita d’aria di montagna e…. dai tubi di scarico di una fila infinita di trattori, ma va bene così!

 

Scatto foto a ripetizione fino a quando non incrocio Mara e ricordo che mi aspettano un bel numero di Müller da assaggiare. La seguiamo ed in tre minuti siamo comodamente seduti ed velocemente serviti dei primi vini.

 

Gli oltre sessanta vini erano divisi tra Müller cembrani, trentini, altoatesini e tedeschi. Naturalmente abbiamo deciso di assaggiare tutto ed in quasi tre ore svolgiamo il compito.

 

Praticamente tutti i vini erano del 2014 e questo ci ha permesso un confronto ideale. Certo la vendemmia non è stata fra le migliori ma sembra che il Müller si sia salvato abbastanza bene. Per i risultati degli assaggi dovrete aspettare la pubblicazione di quelli generali dei bianchi trentini, anche perché  credo sia più importante adesso focalizzare “il futuro” del Müller targato Val di Cembra.

 

Infatti l’impressione principale è che la Val di Cembra non solo si confermi come luogo ideale per questo vitigno che non si esprime allo stesso modo ovunque,  ma che il territorio cembrano deve essere studiato e riconosciuto come unico e particolare.

Un po’ come il sauvignon o il Traminer Aromatico si declinano in maniera completamente diversa a seconda di “terroir” famosi e conosciuti nel mondo, così il Müller cembrano non solo è buono ma ha caratteristiche aromatiche e gustative diverse sia da quello tedesco o altoatesino (In particolare della Valle Isarco) o dello stesso Trentino.

Le nette note aromatiche che dalla salvia portano fino alla frutta bianca si trovano chiaramente in Cembra, molto meno da altre parti, dove invece dominano note floreali e balsamiche diverse. La struttura nervosa e vibrante dei Müller locali (specie in una vendemmia difficile come la 2014) è peculiarità di questo vitigno in questa zona, mentre in altre porta verso estrazioni tendenzialmente amarotiche.

 

Io non sono certo un esperto di Müller  e quindi mi fermo ma credo che per la conoscibilità e riconoscibilità del  Müller Thurgau della Val di Cembra siamo solo agli inizi. Una sua precisa caratterizzazione è un lavoro che va fatto, perché i suoi pregi non dipendonosolo dal fatto che è stato piantato più in alto, ma perché è stato piantato in un terreno particolarmente adatto.

 

Questo è il passo da fare per evitare di perdere quello che tra qualche anno potrebbe essere definito a ragione un “terroir” che il mondo ci potrebbe invidiare.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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