Con il decreto MASAF numero 672816 del 20 dicembre 2024 anche i produttori italiani avranno la possibilità di produrre e commercializzare vino dealcolato. Sina ad ora la produzione di questa tipologia di vini era consentita, ma gli operatori dovevano provvedere ad eseguire la trasformazione in Paesi terzi dove questo procedimento era già ammesso.
Ci siamo quindi accostati con molto interesse alla Masterclass che si è tenuta in apertura del 27° concorso enologico Le Mondial des Vins Blancs, svoltosi gli scorsi 5 e 6 aprile a Strasburgo, interessante lezione dal titolo “Les vins sans alcool” condotta da Bruno Marret, enologo e direttore dell’azienda Côte de Vincent, alla fine della quale abbiamo potuto degustare cinque vini dealcolati.

Bruno Marret vanta una notevole esperienza nella dealcolizzazione dei vini, ha infatti prodotto il primo vino (rosso) analcolico dell’azienda Côte de Vincent nel 2002, il motto di quest’azienda recita “Lasciatevi tentare da un nuovo stile di vita, libero dai rischi e dalle conseguenze dell’alcol.”
Al di là di quanto assaggiato la lezione è stata decisamente interessante -anche se non abbiamo condivisa in toto quant’espresso- ed ha toccato numerosi aspetti relativi a questa tipologia di vini che ultimamente fa tanto discutere.
Ecco un sunto da quant’espresso da Marret che ha iniziato la sua relazione elencando le tre diverse tipologie di vini a basso e/o ridotto contenuto alcolico e senza alcol, le loro caratteristiche e la loro posizione dal punto di vista legislativo.

- Vini dal contenuto alcolico ridotto
Diminuzione del livello alcolico (massimo 20%)
Nessun obbligo di menzione in etichetta (purché rientrino nei limiti minimi alcolici dati di disciplinari di produzione)
Si tratta di vini leggeri con caratteristiche organolettiche vicine ai vini da cui derivano
- Vini parzialmente dealcolizzati (Low Alcol)
La gradazione alcolica dev’essere compresa tra lo 0.5% ed il 9%
Forte impatto sul gusto e grande differenza rispetto ai vini d’origine
Subiscono una forte concorrenza dalle birre e da altre bevande a basso contenuto alcolico
- Vini dealcolizzati (no Alcol)
Gradazione alcolica inferiore allo 0,5%
Non possono rivendicare una denominazione
E’ vietato avere 0% d’alcol, avvero gli analcolici
Forte impatto sul gusto (il che richiede un’educazione)
Subiscono la concorrenza con i succhi

Marret ha poi menzionato i principali momenti storici ed evolutivi di questa particolare tipologia di vini, spingendosi sino ad un ipotetico loro futuro
1908 – Creazione del primo processo di dealcolizzazione
1970 – Creazione di vino liofilizzato (in polvere) analcolico
1988 – Creazione di due nuovo processi di dealcolizzazione
2002 – Importante lancio economico dei vini analcolici in Francia
2029 – Nuove cose da scoprire
2035 – Il vino analcolico diventa parte delle abitudini del consumo quotidiano
Si è quindi soffermato sulle principali bevande alcoliche preferite dai francesi nel 2024
Vino – 60%
Birra – 58%
Champagne – 39%
Cocktails – 31%
Sidro – 22%
Altre bevande alcoliche -21%
I non consumatori di bevande alcoliche sono il 14%
I giovani dal 18 ai 25 anni sono il 23%
Ha poi evidenziato che nella maggior parte dei paesi il consumo d’alcol è diminuito, ecco i dati del 2000 e del 2021 in numero di bottiglie
Francia da 96 a 61
Italia da 85 a 62
Portogallo da 71 a 69
Spagna da 54 a 32
Nota: i dati forniti sono piuttosto diversi da quanto si ritrova in altre pubblicazioni.
Ecco poi la situazione in Francia tra il 2022 ed il 2023
Un francese su cinque non consuma alcol
E’ aumentato del 25% il numero dei bevitori moderati
Il 24% dei giovani tra i 18 ed i 25 anni non consuma bevande alcoliche
Il 52% dei francesi prevede che consumerà meno alcol
Marret fornisce poi i dati economici relativi al mercato mondiale del “senza alcol” che è di 11 miliardi di dollari
Sono quindi stati descritti i tre metodi di dealcolizzazione attualmente utilizzati, il loro processo ed il risultato ottenuto

- Distillazione sottovuoto a bassa temperatura
Evaporazione: Si parte dal concetto che quando un liquido viene scaldato ad un certo punto cambia il suo stato che diventa da liquido a gassoso
Sottovuoto: più si abbassa la pressione più si abbassa la temperatura d’evaporazione
Cosa succede al vino: semplificando il vino è un mix tra acqua e alcol e le due sostanze hanno temperature d’evaporazione diverse.
Alla normale pressione atmosferica l’evaporazione avviene a circa 78°C per l’alcol e a 100°C per l’acqua
La dealcolizzazione: ponendo il vino sottovuoto possiamo far evaporare l’alcol a 35°-40°C pur preservando gli aromi
Si ottengono così due prodotti:
- Vino dealcolizzato
- Alcol per produrre delle bevande alcoliche
2. Osmosi inversa
Il sistema permette di separare l’alcol dal resto del prodotto attraverso il passaggio in specifiche membrane
Da una parte di ottiene una miscela d’acqua ed alcol e dall’altra troveremo tutti gli altri componenti del vino molto concentrati
Reidratazione: a questo punto si separa ed elimina l’alcol dall’acqua attraverso il processo sopra descritto di diversa temperatura di evaporazione dei due elementi oppure utilizzando un sistema ad osmosi a membrana.
Anche in questo caso si ottengono due prodotti:
- Vino dealcolizzato
- Alcol per produrre delle bevande alcoliche
3. Colonna a coni rotativi
Anche con questo sistema il processo prevede sia il sottovuoto come la bassa temperatura
I coni rotanti, creando una maggior superficie di contatto facilitano la distillazione dell’etanolo e della parte aromatica (che avviene e diverse temperature)
La parte aromatica viene poi ricomposta con l’acqua
Si è quindi passati all’assaggio di cinque vini, un bianco effervescente, un bianco fermo, uno rosa e due rossi, vini dei quali non andiamo a scrivere, non avendoli trovati particolarmente attraenti.
Entrando più in profondità abbiamo trovato il vino effervescente e quello bianco accettabili “con riserva” mentre sulla qualità degli altri numerosi dubbi permangono, perlomeno questa è la nostra opinione.