Pio Boffa ci ha lasciati1 min read

I produttori famosi ti aspettano in azienda o ti invitano a ristorante. Nella mia lunga frequentazione di cantine mi è accaduto solo una volta che un produttore chiedesse di venire in ufficio da noi per farci assaggiare i vini. Non era uno alla prima vendemmia o uno sbarbatello: era Pio Boffa e non lo scorderò mai.

Era conosciuto da tutti ma aveva ancora l’umiltà di entrare in punta di piedi, di chiedere, e sinceramente rimasi onorato e sorpreso dalla richiesta.

Mi ricordo ancora il mio imbarazzo (non abbiamo proprio un ufficio “open space”) ma lui tranquillissimo e affabile entrò, parlò, argomentò, prese le sue belle bottiglie, le assaggiamo, le commentammo e poi partì per altri lidi.

In precedenza avevo fatto due visite in cantina da lui ed ero rimasto sorpreso dall’incredibile “ressa” di botti, barrique, vasche che c’era nella sede storica di Alba. Con le tre visite in saccoccia la sensazione chiara fu che Pio Boffa e quindi Pio Cesare, era (ed è) un’azienda che vuole mettere talmente tanto nei suoi vini, vuole comunicare tante e tante sensazioni che non è facile comprenderle. Forse per questo Pio venne da noi, per farci capire che i suoi vini non erano irraggiungibili.

Ora purtroppo è Pio a diventare irraggiungibile, portato via da una maledetta pandemia. Mi dispiace tanto perché era talmente vitale che pensarlo dall’altra parte della barricata è veramente molto difficile. Stasera cercherò una sua bottiglia e brinderò all’uomo che voleva dare sempre il massimo, con i suoi vini e con le sue azioni.

Che la terra di Langa ti sia lieve.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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