Per il Ferragosto più caldo l’icewine più freddo… dalla Cina2 min read

Per rinfrescarvi sotto l’ombrellone cosa c’è di meglio del vino più freddo che esista, quello prodotto con uve ghiacciate, l’icewine.

Anche se è difficile da reperire in italia il “Vino del Ghiaccio” è molto conosciuto. In Canada, nella zona delle Cascate del Niagara, esiste anche una Strada dell’Icewine e molti siti dedicati alla tipologia, alle cantine che lo producono, agli eventi correlati.

Questo vino, che ha bisogno di uve congelate naturalmente in vigna per poter essere prodotto,  nasce  anche in Austria, in Germania e (poche bottiglie non tutti gli anni) anche in Italia.

Vigneto di icewine cinese

Del resto è “abbastanza semplice” produrlo. Basta avere le vigne in una zona bella fresca, dove la maturazione non è facilissima,  dove magari non piove tantissimo ma il gelo d’inverno è di casa, sperare in dio e verso gennaio raccogliere questi grappoli gelati, spremerli subito (in modo che esca solo la parte più zuccherina e pochissima acqua) fermentare a lungo e così ottenere un vino dal basso grado alcolico ma dalla percentuale incredibile di zuccheri (anche otre 300 gr/l ) e, si spera, con una buona acidità, altrimenti  avrete di fronte uno sciroppo.

Come ho detto prima ci sono varie zone di produzione e da qualche anno a queste si sono aggiunte almeno due province della Cina.  Avete letto bene, Cina! Jilin e Liaoning: sono due province orientali, poste praticamente sopra la Corea del Nord. Assieme sono grandi come l’Italia,  ma la cosa interessante è che praticamente sono allo stesso a parallelo, per esempio, della zona del Niagara in Canada e, a vedere dalle foto, hanno un clima simile.

Un’altra particolarità è che, specialmente nel Jilin, l’uva maggiormente utilizzata si chiama beibinghong  ed è a bacca rossa. Della specie  Vitis amurensis è un’uva studiata e sperimentata da almeno una decina d’anni dal” Centro di Studio per lo Sviluppo del vino”, istituzione creata dal governo cinese e dall’università di Agraria locale. Nel Lianoning invece l’uva più usata si chiama vidal , un ibrido nato dall’incrocio tra il trebbiano e un altro ibrido, il Rayon d’Or.

Non crediate che il vino lo regalino: alcuni produttori si fanno pagare questi icewine anche 150 dollari a bottiglia. Del resto la tipologia  è molto amata in Cina visto che per gli Icewine canadesi è da anni il primo mercato.

Pur girando qualche bottiglia in Italia non credo sia importato regolarmente.

Magari qualcuno potrebbe pensarci.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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