Nobile 2004: buono ma meno “Nobile” del previsto.4 min read

Con il Vino Nobile di Montepulciano abbiamo iniziato nel mese di settembre i nostri assaggi “in rosso” della Toscana. Ci piace dirlo, sottolineando “settembre”, perchè crediamo sia importante per i rossi strutturati venire assaggiati dopo l’estate. Tutte le guide, per esigenze legate alla pubblicazione su carta, assaggiano questi vini (e anche gli altri) al massimo nei mesi di giugno e luglio, magari mentre fuori ci sono quaranta gradi all’ombra. Internet ci da la  possibilità  di degustare praticamente in tempo reale e noi la sfruttiamo. Diamo così ai vini 3-4 mesi in più di bottiglia ed a noi la chance di degustare con una temperatura perfetta, senza dover ricorrere a condizionatori.
Detto questo veniamo al nostro Nobile. In ballo era l’annata 2004 da molti definita come veramente buona. Indubbiamente è meglio del 2003 (e qui ci voleva poco) ma non ci sentiamo di lanciarci in lodi sperticate. I vini ci sono sembrati  piuttosto eleganti e sicuramente piacevoli,ma in diversi casi senza quel grasso e quella potenza che si richiede alle grandi annate. Quando poi questa potenza si trova (vedi le cosidette “Selezioni”) purtroppo non è affiancata da un minimo di eleganza e bevibilità.  Comunque abbiamo avuto un risultato complessivo che non esitiamo a definire buono.
Quattro vini hanno ricevuto quattro stelle e ben sedici si sono attestati a tre. Solo sette vini non sono riusciti ad andare oltre la nostra “sufficienza istituzionale”, cioè una sola stella. La media punti risulta superiore a quella del Barbaresco della stessa annata. In definitiva un risultato che pone il Vino Nobile 2004 sicuramente ai piani alti tra rossi importanti. Dobbiamo però fare alcune annotazioni: su una denominazione molto piccola come questa, trovare un 15-20% di vini, (anche di aziende che fanno numeri ed immagine), dove il carattere del sangiovese è fortemente coperto da vitigni migliorativi come il Merlot o il Cabernet Sauvignon (peraltro autorizzati dal disciplinare) non ci sembra positivo, specie per un territorio che fa del Sangiovese il suo cavallo di battaglia. Forse il Consorzio potrebbe svolgere un ruolo di maggiore sensibilizzazione, visto che praticamente tutte le aziende locali sono associate e visto anche che con L’Erga Omnes si fa ancora più garante di quanto avviene sia in vigna che in cantina. Vogliamo fare un esempio per chiarire meglio il nostro modo di vedere. Sul colore del Vino Nobile il disciplinare recita: “Rubino  tendente al granato con l’invecchiamento”. Purtroppo almeno il 30% dei vini assaggiati (tra Annata 2004 e Riserva 2003) avevano un colore chiaramente porpora. Non vogliamo sindacare come si ottiene questo colore molto bello (ma anche non previsto dl disciplinare) però, o si cambia il disciplinare o si bocciano i vini che hanno quelle caratteristiche. Se una legge esiste e deve essere rispettata non vediamo quali altre strade si possano seguire.
Dicevamo prima del buon risultato complessivo dell’Annata 2004, non bissato dalla Riserva 2003. Anche se diversi vini non hanno le solite caratteristiche negative dei vini dell’annata, la finezza e l’eleganza manca e se ci mettiamo la classica alta gradazione alcolica il quadro che ne esce è sufficiente ma non certo esaltante. Nessun vino raggiunge infatti quattro stelle e solo quattro si attestano a tre.
Per chiudere parliamo del Rosso di Montepulciano DOC. Abbiamo degustato campioni sia del 2006 che del 2005 e complessivamente siamo rimasti contenti, molto contenti in alcuni casi. Anche se due soli vini hanno raggiunto le quattro stelle nessuno si è fermato ad una e la media punti è superiore a quella del Nobile 2004. In questa tipologia dobbiamo però far presente che le caratteristiche  derivanti da vitigni “migliorativi” si fanno parecchio più marcate rispetto al Vino Nobile. Da un certo punto di vista è un bene perchè, specie nei 2006, abbiamo trovato vini rotondi, morbidi e beverini: prodotti che invogliano e incoraggiano al consumo di un vino semplice, ma armonico e dal giusto prezzo. Però in diversi casi il Sangiovese è completamente oscurato. Allora ci sentiamo di fare una proposta: perchè non inserire nel disciplinare il “Rosso di Montepulciano Sangiovese” accanto al “Rosso di Montepulciano”?
Questa new entry potrebbe rappresentare la chiave per chi volesse e potesse sbizzarrirsi su percentuali maggiori di vitigni internazionali. Si permetterebbe così agli uni di orientarsi su un vino forse più facile ed immediato mentre altri potrebbero seguire in tutta tranquillità la strada del Sangiovese praticamente in purezza. Come si dice in questi casi……parliamone!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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