Natale, tempo di… fitofarmaci. Eccovi dati molto interessanti3 min read

“Veneto da record per i pesticidi: 12 kg per ettaro contro i 5 della media nazionale”. Un titolo di  Treviso Oggi, che parla di una conferenza tenutasi nella sala stampa della Camera dei Deputati, mi incuriosisce a tal punto che provo un po’ ad approfondire, sperando sotto sotto che sia la solita notizia bufala, ma purtroppo non lo è.

Scopro che questi sono dati relativi al 2018, ricavati da ISTAT e che sono disponibili a tutti  qui , anche se non proprio di facilissima lettura.

Dopo averci preso un po’ la mano e consultato quanto l’ISTAT mette a disposizione non mi sono messo a fare due conti, perché la matematica non è il mio forte, ma ho deciso di riportare i dati più “interessanti”, riguardanti non solo il Veneto ma anche altre regioni italiane, inserendo accanto ai kg di fitofarmaci “distribuiti” anche l’estensione in km² delle regioni o delle province  prese in esame in modo che tutti, con un semplice calcolo, possano farsi un’idea.

Non voglio demonizzare o creare del panico, semplicemente riportare dei dati che possano far pensare tutti, dagli agricoltori ai cittadini, ai politici.

Non sono uno scienziato e non posso quindi dire se queste siano concentrazioni più o meno dannose, ma queste sono!  I dati sono sicuramente affidabili e, lo voglio ribadire, riguardanti tutte le forme di agricoltura o di allevamento vegetale sul territorio italiano.

Ecco cosa ho trovato, premettendo ancora che l’ ISTAT presenta questi dati con il titolo di “Quantità di prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo nel 2018, in Kg.”  Per la  voce “fitofarmaci” ISTAT considera fungicidi, insetticidi e acaricidi, erbicidi, prodotti fitosanitari e principi attivi vari (divisi in varie tabelle, io riporto il dato consuntivo). All’interno di questi vi sono quindi anche quelli usati per produzioni biologiche.

Eccovi quelli per me più interessanti.

  • Nel 2018 il Veneto ha “distribuito” sul suo territorio (di 18.391 km²) 19.328.050 kg di fitofarmaci.
  • Nello stesso anno il Piemonte (25.400 km²) ne ha distribuiti 9.507.015 kg.
  • La Lombardia (23.863 km²) arriva a 8.340.917 kg.
  • Il Trentino (13.607 km²) ne “mette in campo” 3.657.754 kg.
  • L’Emilia Romagna (22.123 km² ) arriva a 17.282.527 kg.
  • Il Friuli Venezia Giulia ( 7856 km²) ne “piazza” 3.666.790 kg.
  • La Toscana (22.990 km²) invece arriva a  4.568.746 Kg.
  • La Campania (13.590 km²) supera gli 8 milioni con 8.733.721 kg
  • La Puglia (19.366 km²) arriva a 11.854.487 kg.
  • La Sicilia (25.703 km²), per inciso la più grande regione italiana, ne utilizza 10.920.945 kg.

Nel sito ISTAT sopra riportato potrete trovare i dati regione, per regione e provincia per provincia, suddivisi anche, come accennato, per tipo di fitofarmaci.

Visto che ho iniziato parlando di Veneto, che dovrebbe utilizzarne più del doppio rispetto alle altre regioni italiane, mi sono preso i dati della provincia di Verone e di Treviso, che vi sottopongo.

  • La provincia di Verona, che si estende per  3096 km² ne consuma, da sola, 8.613.185: quanto l’intera  Lombardia.
  • La provincia di Treviso, di 2479 km², ne utilizza 5.067.744 kg: più di tutta la Toscana.

Sono “campi”(scusate il gioco di parole) in cui bisogna entrare con cautela, specie se non si è ferrati in materia, per questo mi limito a riportare i dati che, se posso esprimere un cauto giudizio, mi sembrano parlare da soli.

Prima che qualcuno lo dica lo faccio io: ci sono anche altre province italiane sui livelli di Treviso e Verona  e che troverete nei dati ISTAT.

Spero che questi dati possano essere presi per quello che sono, cioè semplicemente dati, che devono essere recepiti, analizzati e utilizzati per migliorare le cose.

Buon Natale, per modo di dire.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE