Mostra vini di Bolzano: piccola e bella con il Santa Maddalena in evidenza3 min read

In Alto Adige c’è una piccola manifestazione attiva dal 1896 che è arrivata alla sua 98° edizione. Si tratta della “Weinkost, la Mostra Vini di Bolzano”, una vetrina dell’eccellenza vinicola altoatesina. Organizzata dall’Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano in collaborazione con l’Accademia Italiana della Cucina e l’Associazione Sommelier, la kermesse è adatta sia ai professionisti del settore che agli appassionati winelover.

Castel Mareccio, suggestiva fortezza romanica nel centro di Bolzano, è stata la location dell’evento, con circa 200 etichette e 47 cantine. Si sono svolte degustazioni al tavolo, seminari, laboratori del gusto, masterclass, cene a tema e visite guidate al centro storico. Un modo onnicomprensivo per approcciarsi al prodotto principe di questa regione ”il vino”.

Roberta Agosti, direttrice dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano spiega che il valore aggiunto di questo evento è dato dal fatto che  “All’evento partecipano cantine grandi e piccole di tutto l’Alto Adige, ma mentre su piattaforme più grandi come il Merano Wine Festival, il Vinitaly o il ProWein solo i più grandi riescono a partecipare, questa è una vetrina che consente anche a piccoli produttori, come ad esempio quelli della Val d’Isarco o della Val Passiria, di far conoscere i propri vini di nicchia, che proprio perché di nicchia non raggiungono le quantità necessarie per arrivare dove sono richiesti i grandi numeri”.

Un Santa Maddalena con Bolzano sullo sfondo.

Le cantine presenti al Weinkost rappresentano un variegato panorama enologico, vale la pena ricordare come nonostante una ristretta area di produzione (5.800 ettari, meno dell’1% del totale della superficie vitata in Italia), il terroir variegato e complesso dell’Alto Adige garantisce spesso ottime condizioni per la coltivazione dei molti vitigni piantati in regione: pinot grigio, schiava, sylvaner, müller thurgau per citarne alcuni passando per i più moderni piwi (pilzwiderstandsfähig) come bronner, johanniter, muscaris, solaris. Una grande varietà di vini, il 98% DOC specie bianchi (il 65/% della produzione), per i quali l’Alto Adige si colloca bene a livello commerciale per quanto riguarda il comparto nazionale ed internazionale.

Tra gli innumerevoli assaggi per tipologia, il vitigno che è emerso maggiormente per modernità, personalità ed identità territoriale è stato la Schiava, in modo particolare nei molti Santa Maddalena presenti: un vino di carattere, non convenzionale, versatile, fresco ed elegante a differenza delle altre tipologie troppo spesso ancora legate alle maturità svolte in legno.

Le colline del Santa Maddalena

Il St. Magdalener, grazie al cambiamento climatico che rende ancor più calda la conca di Bolzano dove viene prevalentemente coltivato, e alla piccola percentuale di Lagrein (fino al 15%), ha un sapore più pieno ed intenso rispetto agli altri vini Schiava (Vernatsch e Kalterersee). Di colore rosso brillante, rubino, a volte con sfumature che virano al viola scuro, ha un profumo floreale e fruttato, di ciliegie e lamponi, con un leggero bouquet di frutta secca fresca e violette. A volte è accompagnato da una piacevole nota speziate, armonioso l’equilibrio tra tannini e acidità. Si presta bene anche all’affinamento dove acquisisce corposità complessità ed eleganza. Un vino bianco travestito di rosso in quanto lo rende maggiormente piacevole se bevuto anche fresco, di grande versatilità ideale per uno spuntino, ma anche per primi piatti, pizza, piatti a base di verdure, pesce, carne di vitello e maiale e formaggi.

Letizia Simeoni

Beata la consapevole ignoranza enologica. Finchè c’è ti dà la possibilità di approcciarsi alla conoscenza! Prosit.


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