Mare Divino a Livorno, un approdo sicuro3 min read

Lo scorso anno il mio articolo su MareDiVino, organizzata dalla Fisar delegazione di Livorno, terminava con un invito (giocando con le parole visto il luogo che ospita la manifestazione)  a mollare gli ormeggi e lasciarsi trasportare dai sensi: auguravo anche un buon viaggio a Fisar, dando a tutti l’arrivederci all’appuntamento dell’anno successivo.

Appuntamento ormai immancabile, che considero, continuando a giocare con i termini marinareschi, un approdo sicuro: proprio come lo è per i marittimi arrivare in un porto conosciuto dopo una lunga navigazione.

Fisar ha continuato a viaggiare e lo ha fatto alla grande, visto il rinnovato successo anche per questa ottava edizione, che si è svolta di nuovo  al terminal crociere e che ha visto come al solito protagonisti i vini della provincia di Livorno, sia della costa che delle isole e i prodotti gastronomici locali. Senza contare le manifestazioni collaterali e alcuni vignaioli della FIVI ospiti con i loro vini provenienti da altre regioni d’Italia.

Complessivamente una conferma e per questo un approdo sicuro. Sai che vai a MareDiVino e trovi vini di qualità, alcuni dei quali sconosciuti ma non per questo meno validi, hai possibilità di conoscere i  produttori, perché molti di loro sono presenti, e comunque dove Mancano c’è un servizio sommelierie molto professionale ed attento ed una organiizzazione impeccabile.

Ovviamente non posso citare tutte le aziende e nemmeno annoiare chi mi legge con descrizioni tecniche di tutti i vini degustati: come al solito mi limiterò a citare quello che, nei vari settori, più mi ha colpito.

Tra i vini “sconosciuti”  sono rimasta folgorata, e giuro che non sto esagerando, da un trebbiano IGT che mi ha emozionato, dove ho sentito tutto l’amore per la terra e per il buon vino da parte di chi lo produce. Si tratta de Le Dierne della Tenuta dei fanti.

L’uva trebbiano è stata lungamente bistrattata, considerata un uva da taglio, assolutamente neutra (e, per carità, lo è e per questo il suo ruolo è importante nei tagli) e raramente vinificata in purezza e comunque con scarsi risultati tranne in rari casi  come nel famosissimo Trebbiano di Valentini. Questa è la classica eccezione. Da riassaggiare sicuramente, magari durante una visita in azienda.

Tra i vignaioli indipendenti, mi piace segnalare i piacevoli prosecco di Follador,  in particolare le sorprendenti  freschezza e acidità del dry malgrado i 19 grammi di residuo zuccherino ed il coinvolgente entusiasmo di Desirée Bellese, che mi ha fatto apprezzare il loro spumante 373 (dal numero del mappale) metodo charmat a base chardonnay e glera, e il loro fresco, profumato e versatile raboso. Chi ha occasione di andare a Piacenza sabato 25 e domenica 26 alla FIVI li vada a trovare.

Un tuffo finale nella zona food, per chiudere in dolcezza, dove allo stand della caffetteria Drupa Caffè di Livorno ho assaggiato vere leccornie a base di caffè e cacao. Una su tutte il “caffè a morsi”, una tavoletta di caffè che ha l’aspetto di una tavoletta di cioccolata ma non lo è.

A base di una miscela 100% arabica con note di bergamotto e agrumi amalgamato con burro di cacao e zucchero.

Proprio il caso di dire, parafrasando Leopardi, che il naufragar m’è stato dolce in quel mare… di vino e non solo.

Tiziana Baldassarri

Ho due grandi passioni: il mare ed il vino. La prima mi fa vivere, la seconda gioire. Dopo il diploma di aspirante al comando di navi mercantili ho lavorato nella nautica sia in terra che in mare per poi approdare a scuola, dove sono assistente tecnico mentre dopo il diploma di sommelier ho partecipato attivamente alla vita di FISAR  facendo servizi, curandone i corsi come direttore e ricoprendo cariche istituzionali.

Ma la sublimazione assoluta della passione enologica è arrivata con l’arruolamento nell’esercito di winesurf dove degusto divertendomi  e mi diverto degustando, condividendo sia con gli altri “surfisti” sia con coloro che ci seguono, le onde emozionali del piacere sensoriale.


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