Ludwig, l’evoluzione di un Pinot nero3 min read

Nella 26° edizione delle giornate del Pinot Nero Alto Adige, un dato è emerso dalle nove regioni partecipanti al concorso in maniera decisa e cioè  quanto la territorialità e l’interpretazione di questo vitigno la facciano da padrona.

Forse siamo ad una svolta per quel che riguarda il tentativo di emulare i più blasonati d’oltralpe e comunque sono  apparse  tre caratteristiche: l’identità del terroir, lo stile dell’enologo e le sue interpretazioni in base ai vari tipi di contenitori.

Vincitore assoluto è risultato il Pinot Nero Ludwig (Elena Walch); al secondo posto il Pinot Noir Riserva Vom Lehm (Tenuta Rohregger) e il terzo posto è andato ex aequo al Pinot Noir Arthur Rainer (Tenuta Seeperle) e al Pinot Noir Riserva Linticlarus (Tiefenbrunner). Al quinto posto il Pinot Noir De Silva Private Reserve (Tenuta Peter Sölva).

Sono stati premiati anche i vincitori delle regioni vinicole: per la Valle d’Aosta si tratta di Grosjean Vins, per il Friuli-Venezia Giulia della Tenuta Castello di Spessa, per la Lombardia della Tenuta Conte Vistarino, per il Piemonte di Bricco Maiolica, per la Toscana della Fattoria San Felo, per il Trentino della Tenuta Volpare, per l’Umbria dell’Azienda Agricola Poggio Petroso, per il Veneto di Borgo Stajnbech e per l’Alto Adige di Elena Walch.

Il caso ha voluto che nel corso delle “Giornate del Vino” fosse anche in programma la verticale del Pinot Nero vincitore, regalando la possibilità di capirne l’evoluzione nel tempo. Le annate in degustazione erano: 2021-2020-2019-2017-2010-2007

Ludwig prende il nome dalla famiglia proprietaria del vigneto principale, dove sono presente vitigni anche di sessant’anni. Le vigne si trovano a Gleno, a 600 metri con esposizione sud-ovest e con un piccolo appezzamento a nord-ovest. I terreni sono argillosi e ricchi di ghiaia caratterizzati da forte escursione termica.

Nelle annate Ludwig 2007 e 2010 era composto al 100% dai vigneti di Gleno: in degustazione le due annate si sono presentate molto complesse con le durezze spiccate e con un tannino piuttosto asciugante, un finale di bocca lievemente amaricante.

Le cose cambiano dal 2017 perché  due fattori determinanti entrano in gioco: il 30% del Pinot Nero Ludwig viene implementato da uve che provengono da Barleith, a Caldaro a 450 mt, dove il clima è più mite. La freschezza viene implementata da morbidezza, corpo e struttura. Inoltre l’enologo Gianfranco Fassin viene sostituito dal giovane Stefano Bolognani, e dopo un primo anno ancora di transizione (2017), questo cambiamento di stile si percepisce chiaramente.

Il 2020 figlio di un’annata calda è pronto da bere ora, ma il 2019 e soprattutto  il 2021, vincitore di questa edizione, sono due interpretazioni davvero eleganti raffinate e di garbata freschezza che potranno attraversare il tempo. 

Un plauso all’attenzione alla sostenibilità: il 60 % dell’energia è prodotta con il fotovoltaico e nella linea premium delle bottiglie, che sono quelle che viaggiano di più, il peso è stato ridotto del 10%.

L’impronta della cantina femminile Elena Walch ,“La Grande Dame”, è supportata dalle figlie Julia e Karoline che con lo stesso entusiasmo portano avanti il messaggio della mamma.

Letizia Simeoni

Beata la consapevole ignoranza enologica. Finchè c’è ti dà la possibilità di approcciarsi alla conoscenza! Prosit.


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