Letterina a Figlio Natale3 min read

Caro Figlio Natale buongiorno,

scrivo a te non perché creda che tuo padre sia molto indaffarato in questi giorni e la mamma stia pensando al pranzo del 25. Mi rivolgo a te per aiutarti a superare questo brutto momento, in cui tutti si rivolgono al babbo e te "non ti si fila nessuno".

 

Deve essere brutto, anno dopo anno, stare nell’ombra di cotanto padre, anche se c’è chi sta peggio.

 

C’è chi il padre non ce l’ha più, ci sono padri che non hanno più figli, madri senza marito, mariti senza mogli e molti di questi si trovano in un posto lontanissimo da casa tua e mia, ad Aleppo. Magari non ne hai mai sentito parlare ma se riuscissi a farci passare sopra tuo padre (digli di stare attento perché lì sparano anche a Babbo Natale) e lasciare almeno un pacco con dentro tanta speranza, credo sarebbe gradito.

 

Lo so, lo so Figlio Natale che tu hai poco potere in casa, ma tranquillo che anche noi comuni mortali ci sentiamo come te nei riguardi delle cose del mondo: ci passano sopra e puoi farci poco o niente per cambiarle. Pensa che qui vicino a me c’era una banca, c’era da centinaia di anni e, nonostante fosse una banca, riusciva a distribuire benessere e quindi gioia a tanta gente. Ora rischia di chiudere ma in realtà ha già chiuso con quasi tutti quelli a cui dava due soldini per fare cose buone:  alle Misericordie, alle associazioni che aiutano chi è meno fortunato di noi, a tante persone buone.

 

Sai Figlio Natale, come tutti anch’io sono stato figlio è ora, da grande, ho due figli. Spesso mi domando cosa lascerò loro in eredità. Forse riuscirò a lasciargli due lire ma la cosa più importante sarebbe se ce la facessi a lasciargli degli insegnamenti validi, che possano aiutarli a farsi strada in questo mondo sempre più complesso e difficile.

 

Come è sempre più complesso e difficile il mio mondo, quello del vino, popolato da tanta, forse troppa gente e naturalmente ognuno sgomita per essere in un’ipotetica prima fila. Chi vuole produrre meglio (fino a qui niente di male, anzi) e vendere prima (qui qualcosa di male c’è) di altri, chi vuole assaggiare e recensire prima di altri, chi vuole soldi per fare le recensioni prima o dopo gli altri e magari si definisce anche giornalista, chi parla di vino senza saperne una cippa e potrei andare avanti per molto.

 

Sono un po’ acido e un filino triste? Dici? Del resto se c’è una cosa che non sopporto è essere allegro per forza e quindi spesso la mitragliata di feste che stanno arrivando mi fanno questo effetto.

 

Però adesso basta! Devo rialzare la percentuale di allegria in questa letterina per prepararmi al gran finale e quindi parlo della situazione politica italiana…vabbè passo agli auguri.

 

I primi auguri li devo fare a tutta la meravigliosa brigata di Winesurf, persone eccezzzzzzzzionali che con la loro bravura permettono a questo giornale di andare avanti. A proposito, come sapete stiamo preparando il nuovo sito, ma di questo vi parlerò tra qualche giorno.

 

E poi faccio gli auguri a tutti voi lettori di questo giornale che, mi dicono, sembra stia diventando sempre più un punto di riferimento del settore.

Però i miei sono auguri con la condizionale: varranno e funzioneranno solo se a Natale ognuno di noi farà un piccolo proposito, quello di aiutare qualcuno in difficolta. Qualsiasi cosa, scegliete voi, ma un gesto concreto da fare almeno una volta, di cuore.

 

Caro Figlio Natale, non mi sono scordato di te: tanti auguri anche a tutta la famiglia, renne comprese.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE