Le uve italiane che si coltivano all’ombra del Partenone5 min read

La rinascita del vino greco è dovuta, in parte, ai vini da vitigni internazionali che iniziarono ad essere prodotti da giovani produttori, principalmente fra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80.
Certo, anche il fattore umano ha giocato un ruolo molto importante, sia grazie agli enologi greci che hanno trasferito le loro conoscenze scientifiche alla produzione, che agli stessi vignaioli, sempre più coscienti delle nuove realtà che stavano prendendo forma.
L’enologo – produttore Giannis Papargyriou ci racconta che fino alla fine del secolo scorso non esistevano vini greci prodotti da vitigni italianei. In una bella chiacchierata, Giannis risponde ad alcune mie domande sui vitigni italiani coltivati in Grecia.

“Per quale motivo in Grecia non venivano coltivati vitigni italiani?”
“Le varietà italiane in Grecia non sono molto diffuse. I motivi sono diversi e si possono riassumere in quattro punti. In primo luogo la maggior parte degli enologi greci ha studiato in Francia, di conseguenza ha importato da quel paese sia la conoscenza che l’amore per i vitigni francesi, poi questi vitigni ( Chardonnay, Pinot Nero, etc.) hanno una maggiore diffusione nel mondo, lo stesso vale anche per la Grecia. Inoltre il Nebbiolo, grande vitigno italiano, ha un cugino in Grecia: lo Xinomavro. Paradossalmente anche questa similarità ne impedisce la coltivazione diffusa proprio perché è abbastanza selettivo, sia per il suolo che per il clima, per essere coltivato nelle condizioni climatiche greche. Infine la maggior parte delle varietà italiane fino a poco tempo non erano conosciute al pubblico greco, il che le rendeva molto difficili da introdurre.”
“Negli ultimi anni c’è un interesse dei produttori greci per le varietà greche, qual è il motivo che ha spinto i greci a rivolgersi anche alle varietà italiane?”
“Direi che il motivo per cui alcuni viticoltori greci hanno piantato varietà italiane è il loro amore per un vitigno specifico, che volevano vedere coltivato in Grecia.”
“Qual è la normativa in Grecia per la coltivazione delle varietà italiane?”
“La procedura per ottenere una licenza di coltivazione per una varietà italiana in Grecia è la stessa delle altre varietà europee. Viene prima presentata una domanda al Ministero dello sviluppo rurale e poi creato un vigneto sperimentale per 5 anni. Si prelevano campioni e si analizza il vino, al fine di confrontarlo con lo standard della varietà. Al termine del periodo sperimentale, una commissione del Ministero si riunisce e approva (o respinge) la richiesta di inclusione della varietà nell’elenco nazionale delle varietà di vite e la sua classificazione per la coltivazione in una precisa regione viticola della Grecia, ad esempio in Macedonia. Se si vuole coltivare la varietà in un’altra zona, si deve sperimentare per altri 5 anni. Questo processo lungo e costoso scoraggia molti dal perseguirlo.”

“Prima di concludere la nostra conversazione vorrei spendesse qualche parola sul suo “Don Giovanni”, prodotto nel nord del Peloponneso.”
“Ho scelto il Nebbiolo per i seguenti motivi: grande amore per il vitigno ed il vino da esso prodotto, ma è stato importantissimo il fatto che mio padre che sia un appassionato di Barolo. Penso che coltivare il Nebbiolo sia una sfida per ogni vignaiolo. Non dimentichiamo che il “cugino”, Xinomavro, nel nord della Grecia ci ha regalato vini meravigliosi, quindi la sfida per me è stata ancora più grande. Si tratta di un vigneto che è stato piantato 19 anni fa, ad un altitudine di 220 metri in un terreno calcareo. Rimane 26 mesi in botti da 1300 litri e poi va in bottiglia.”

“Sig. Papargyriou, non vedo l’ora di provarlo!! Grazie per le informazioni che mi ha dato e l’aspetto a Firenze per bere un Barolo insieme.”

Vediamo ora nel dettaglio quali vitigni italiani vengono coltivati in Grecia

Nebbiolo: oltre a Papargiriou, è coltivato da altre due tenute, una in Macedonia e una nella Grecia centrale.
Aglianico: coltivato dalla tenuta Hatzimichali e dalla tenuta Kitrus nella Grecia centrale.
Barbera: coltivato dalla cantina Grigoriadis Wine.
Schioppettino: coltivato dalla Tenuta Hatzimichali.
Sagrantino: coltivato da una nuova tenuta nella Grecia centrale.
Montepulciano: coltivato dalla Tenuta Alpha con sede ad Amyntaio in Macedonia, viene prodotta solo nelle migliori annate.


Sangiovese: coltivato in Macedonia, Grecia centrale ma anche a Creta.
Refosco: coltivato con grande successo dalla tenuta Mercouri ma anche dalla tenuta Hatzimichali e dalla cantina Oini Adam.
Verdicchio: coltivato da un produttore in Macedonia.
Vermentino: coltivato da un produttore della Grecia centrale.
Negroamaro: coltivato da un produttore dell’isola di Creta.
Greco: coltivato da due produttori, che per un motivo sconosciuto lo hanno indicato come Greco di Tufo ma dopo un mio intervento al Ministero delle Politiche Agricole sono stati informati che la varietà è Greco e non Greco di Tufo, che è una specifica DOCG.
Trebbiano (Ugni Blanc): coltivato in quasi tutta la Grecia.

Ecco alcuni vini da me degustati.

Don Giovanni 2017 – Tenuta Papargyriou 2017
Un Nebbiolo meraviglioso che in una degustazione alla cieca ingannerà tantissime persone: naso ricco di frutti rossi, spezie, frutta secca ed erbe aromatiche. Bocca di medio volume con tannini equilibrati, ben integrati e vivaci, con una acidità nervosa. Il retrogusto è di lunga durata e lascia in bocca una sensazione di zenzero.


Barbera 2018 – Grigoriadis Wine
Il produttore Grigoriadis adatta la varietà del nord Italia al clima mediterraneo, coltivandola nella penisola Calcidica e vinificando la barbera da un singolo vigneto. Ricorda la Barbera d’Alba. Il naso è dominato da frutti rossi, vaniglia, cioccolato. In bocca è generoso, vellutato, con tannini rotondi e una piacevole acidità che porta ad un lungo finale.
Aglianico 2016 – Domaine Hatzimichalis
Mentre l’Aglianico di un altro produttore ricordava il Primitivo qui le caratteristiche dell’Aglianico sono nette. Naso che sprigiona aromi di ciliegia, ribes nero, sentori terrosi di sottobosco, note di spezie orientali e cenni balsamici. Al palato ha una struttura importante, è ricco e complesso, con tannini maturi e un finale fresco e armonico.


Schioppettino – Limniò 2018 Domaine Hatzimichalis
Un blend inedito che il produttore consiglia di bere fresco. Al naso aromi di frutti rossi e neri maturi, note di confettura di lamponi e cannella. Ottimo set gustativo con acidità equilibrata e tannini distinti, corpo medio-alto armoniosamente incorporato ad aromi di ciliegia, nonché elementi speziati come paprika dolce e pepe bianco. Retrogusto gradevole, fruttato.

Haris Papandreou

Arrivato a Firenze nel lontano 1985 con studi in economia e commercio. Attualmente segretario del Consolato Onorario della Grecia a Firenze e responsabile della parte economica in un studio tecnico. Appassionato di vino e organizzatore di diverse degustazioni di vino greco a Firenze.


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