Le “opere” di Giulio Gambelli in mostra a Poggibonsi2 min read

Domani, venerdì 27 giugno verrà inaugurata a Poggibonsi una mostra particolare. Ci saranno cornici ma non racchiuderanno quadri ma bensì quelle che a tutti gli effetti potrebbero essere definite opere d’arte:  alcuni dei vini che il mio caro Giulio Gambelli ci ha lasciato. Sto parlando di bottiglie delle cantine che più sono state vicine a Giulio e al suo modo di interpretare il vino e il Sangiovese in particolare

Negli spazi espositivi del Centro Culturale Accabì si inaugurera alle 17.30 la mostra “Bottiglie d’autore”, che rientra fra gli eventi organizzati dal Comune di Poggibonsi e patrocinati dalla Regione Toscana per celebrare il centenario della nascita di Giulio, maestro del Sangiovese.

La mostra è realizzata dall’associazione Amici di Poggibonsi con la Fondazione Elsa ed è curata  da David Taddei, giornalista dell’Associazione Stampa Enogastroalimentare Toscana (Aset) che collabora per tutti gli eventi del cartellone. David ha curato il percorso espositivo e nel mio piccolo gli ho dato una mano nel selezionare le bottiglie.

Troverete così il Brunello di Montalcino di Case Basse Soldera e quelli di  Poggio di Sotto edel Colle di Carli. Naturalmente ci sarà Le Pergole Torte di Montevertine, e i vini dellle aziende del Chianti che Giulio ha seguito di più: Bibbiano, Ormanni, Lilliano, San Donatino, Villa Rosa, Cacchiano, Rencine. Ci sarà anche il Galatrona di Petrolo, a testimoniare che non era solo maestro di sangiovese. Non mancheranno le bottiglie celebrative che portano il suo nome, come il Julius di Ormanni e “Bicchierino”, vino prodotto in serie limitata poco dopo la sua morte dal Consorzio Agrario di Siena.

Domani ricorderemo Giulio in maniera particolare, lo ricorderemo cercando anche di creare un legame indissolubile tra Gambelli e la sua città di origine, che pensandoci bene ha molte delle caratteristiche del mio caro Giulio. Non è mai stata sotto i riflettori del moderno mondo del vino, pur avendo dato vita per più di un secolo a vini che, come quelli di Giulio, hanno rappresentato il Chianti Classico nel mondo.

Poggibonsi non ha mai rivendicato, come Giulio, un ruolo di primo piano, ma è comunque un comune nel Chianti Classico, con aziende che producono ottimi vini e in passato è stato uno dei due-tre luoghi deputati del vino toscano. Quindi la storia di Poggibonsi è un po’ quella di Giulio e viceversa e così cercare di far capire quanto questo comune ha fatto e possa fare oggi per il vino credo sia doveroso, anche e soprattutto per ricordare “L’ultima farfalla del Sangiovese”.

Vi aspetto domani, alle 17.30, a Poggibonsi.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE