Le Chiavi d’oro a Arezzo: pochi piatti (per fortuna) e tutti centrati2 min read

Sei nel centro storico di Arezzo a 100 metri da ben due parcheggi (Cadorna e Piazza del Popolo), accanto alla Basilica di San Francesco famosa per gli affreschi della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca.  

Il ristorante le chiavi d’oro ti accoglie in un ambiente semplice ma elegante, con personale professionale e gentile e con un menù di ottimo livello, di quelli che propongono 4-5 piatti per tipologia ma ben fatti (personalmente li preferisco ai ristoranti dove hai mille proposte con la certezza che non tutte possono essere con materia prime fresche). 

Tra gli antipasti il prosciutto di grigio casentinese, crostini e pecorino per chi sceglie il km 0 e il flan di asparagi, fonduta di pecorino e tartufo per chi, come me, fa finta di mangiare verdure di stagione (piatto super buono e delicato).

Tra i primi le tagliatelle al ragù d’anatra o i ravioli in farcia di piccione, tartufo e il suo fondo per chi ama gli animali da cortile e i piatti antichi, oppure gli gnocchi con asparagi, fonduta di pecorino, barbabietola e tobinambur (questi ultimi tipo chips) davvero molto buoni, garantisco.

Tra i secondi guancia, faraona o quaglia oppure la tagliata di vitello o il tonno scottato con tempura di verdure come fuori menu (quest’ultimo provato dal collega che mi ha assicurato essere notevole).

Per chi ama i dolci (sto invecchiando ormai li prendo raramente) dalla panna cotta al tiramisù (senza uova) passando attraverso i cantucci e l’immancabile dolce al cioccolato.

Carta dei vini con ottima selezione, ovviamente molto centrata sulla Toscana, ma con extra di valore da tutta Italia e incursioni su Bordeaux.

Per quanto riguarda il prezzo siamo su 45 € a testa escluso il vino: un costo assolutamente corretto rispetto al livello del locale e alla qualità dei piatti

LE CHIAVI D’ORO

Piazza San Francesco, 7 – 52100 AREZZO

Tel. 0575 403313

info@ristorantelechiavidoro.it

www.ristorantelechiavidoro.it

Maddalena Mazzeschi

A 6 anni scopre di avere interesse per il vino scolando i bicchieri sul tavolo prima di lavarli. Gli anni al Consorzio del Nobile di Montepulciano le hanno dato le basi per comprendere come si fa a fare un vino buono ed uno cattivo. Nel 1991, intraprende la libera professione come esperto di marketing e pubbliche relazioni. Afferma che qualunque successo è dovuto alle sue competenze tecniche, alla memoria storica ed alle esperienze accumulate in 30 anni di lavoro. I maligni sono convinti che, nella migliore tradizione di molte affermate PR, sia tutto merito del marito! Per Winesurf si occupa anche della comunicazione affermando che si tratta di una delle sfide più difficili che abbia mai affrontato. A chi non è d’accordo domanda: “Ma hai idea di cosa voglia dire occuparsi dell’immagine di Carlo Macchi & Company?”. Come darle torto?


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