L’Amarone inizia (ufficialmente) a guardarsi indietro3 min read

Il pomeriggio di sabato 31, giornata di presentazione dell’amarone 2011, sempre nel Palazzo della Gran Guardia, si è tenuta una degustazione dal titolo  “Old Style & New Style”.

 

L’idea è stata quella di muoversi attraverso tre annate, per apprezzare il diverso approccio tenuto dai produttori che nel frattempo sono cresciuti,  in esperienza, nozioni e ausili tecnici.

 

Se non sbaglio questa è la prima volta che il consorzio si cimenta in una degustazione di questo tipo: iniziativa lodevole perché permette di focalizzare meglio l’attenzione su uno specifico argomento nel tentativo di comprendere un po’ di più la Valpolicella.

 

Come accennato le annate sotto la lente di ingrandimento sono state tre.

Il 1998, annata buona ma che arrivava da un ben più blasonato ’97: una di quelle annate che vengono prese sottotono dagli addetti ai lavori e poi si rivelano più avanti in tutto il loro potenziale. Un’annata piuttosto siccitosa con un seguente periodo di appassimento regolare.

il 2003 che ancora tutti ricordiamo come una delle annate più calde, la prima annata veramente torrida che ha lasciato il segno nella memoria di molti produttori e  considerata per questo motivo un’annata piccola.

Il 2006, anch’essa calda ma non tale da compromettere il risultato, complice anche l’evoluzione delle cantine e il loro approccio diverso alle annate.

 

E proprio di questo si voleva verificare la prova su strada: la differenza tecnologica e l’evoluzione delle cantine della Valpolicella, il modo in cui hanno affrontato queste tre annate con conoscenze, intuizioni  e tempi di reazione completamente diversi.

 

L’arduo compito di guidare una platea di giornalisti “scafati” è toccato al Sommelier Luca Martini, campione del mondo 2013, il quale ha avuto il suo bel  filo da torcere sia nel tenere a bada la platea e portare lo scelto pubblico verso le sue convinzioni, sia nel trovare consensi nelle lunghissime e ridondanti descrizioni olfattive dei vini in esame.

 

Comunque il bravo Luca è stato abile nel rendere piuttosto chiaro quello che era l’obiettivo della degustazione: confermare ed evidenziare il lavoro e la crescita di una zona con un grande blasone ma pochissima storia, visto che i primi Amarone significativi risalgono ai primi anni 50. 

 

Da vini, alcuni ottimi, ma con poca personalità e individualità come il 98 si è passati ad un’annata difficilissima come il 2003 in cui le deviazioni stilistiche e le scelte tecnologiche sono state importanti ed hanno differenziato il produttore. Siamo arrivati poi  al 2006, dove si può cominciare a distinguere le filosofie, le tecnologie utilizzate ed anche ad accennare un discorso estremamente interessante e importante come è quello delle varie zone della Valpolicella. Il 2006 ha visto finalmente andare all’unisono la maturazione fenolica e quella “tecnologica” come dice Gardini, tannini maturi e uve mature non sono facili da ottenere in annate difficili, in questi casi si apprezza molto l’opera e l’ingegno del produttore.

 

Molto d’accordo con Gardini anche sul fatto che questa evoluzione  farà emergere sempre di più le zone e le loro peculiarità principali.

 

Degno di nota l’ordine di assaggio scelto:  inverso, partendo dall’annata più lontana fino ad arrivare al 2006 così da potere apprezzare al meglio l’eleganza dei primi rispetto alla potenza degli ultimi.

 

Indubbiamente un’esperienza da ripetere focalizzando magari ogni volta un aspetto particolare della complessa realtà Valpolicellese (si dice così?…).

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE