La Voce del Vino. Ignazio Giovine: io volevo fare il Papa1 min read

In esclusiva su Winesurf  La Voce del Vino, dove i migliori produttori si raccontano. La prima web-radio dedicata al vino italiano presenterà ogni martedì uno dei suoi vigneron.

 

«Da piccolo volevo fare il benzinaio o il Papa, perché era sempre in viaggio. Poi ho cambiato idea, ma senza mai dare ascolto a mio padre. Guai a te, mi diceva, se ti metti a fare il vino».

 

E allora perché Ignazio Giovine è diventato uno dei migliori produttori di Canelli?

 

E perché si è specializzato nei rossi, specie nella Barbera d’Asti Superiore Nizza, quando la  Canelli di Cesare Pavese era famosa solo per il Moscato, che finiva anche in America?

 

E cos’hanno di davvero speciale certe sue etichette, come Vignali e Titon?

 

 

Se volete scoprirlo, basta cliccare sul link qui accanto “La Voce del Vino” e potrete ascoltare l’intera storia, direttamente dalla voce di Ignazio Giovine.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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