Ivan Giuliani, dell’Azienda Terenzuola di Fosdinovo, produce oltre a due famosi Vermentino dei Colli di Luni (il Vigne Basse e il Fosso di Corsano), il Merla della Miniera, ottenuto per l’85% da uva Merla, un biotipo locale del Canaiolo nero e per il rimanente 15% da Tintoretto, un biotipo locale del Colorino. L’uva Merla è così chiamata perché è la preferita dai merli che vanno a beccarne gli acini.
Giocando con il nome di quest’uva Ivan ha deciso di festeggiare la recente ristrutturazione di una parte dell’azienda, organizzando per il 26 Gennaio il “Dì della Merla” con qualche giorno di anticipo rispetto a quelli che si definiscono i giorni della Merla (29, 30 e 31 Gennaio) e che tradizionalmente sono i giorni più freddi dell’anno.
Una giornata primaverile invece ci ha accolto, con un panorama mozzafiato che declinava attraverso le vigne fino al mar ligure, mostrando la costa da Livorno alle Cinque Terre e che faceva da perfetto contorno alla solarità del padrone di casa.
In una vecchia casa adiacente alla cantina, che Ivan ha deciso di non stravolgere nella distribuzione originale degli spazi, abbiamo trovato la cucina “occupata” da una squadra di Chef che preparavano finger food e altre leccornie. Per esempio piatti espressi caldi e una selezione di prodotti tipici locali, oltre alla “ciccia” di un grande amico di Ivan e di noi tutti, il “mastro beccaio Michelangelo Masoni”
In due stanze diverse venivano offerti i vini dell’azienda agli amici e agli appassionati invitati per l’occasione, mentre in un’altra stanza si è invece svolta una degustazione dedicata alla stampa alla quale ho avuto il piacere di partecipare.
Qui abbiamo potuto apprezzare il Fosso di Corsano attraverso una verticale di ben undici diverse annate (2003-2013) tra le quali ha spiccato un 2004 con un richiamo all’Alsazia, un 2007 con un bel bouquet floreale al naso e ancora una notevole acidità in bocca e un 2009 perfetto sia nel colore, sia nel naso e con un ingresso in bocca meraviglioso con note gustative che si mantengono anche nel finale di bocca. Non male il 2006 (che è migliorato nel bicchiere) ed un 2013 che promette bene ma che è ancora troppo giovane per essere valutato.
Stupefacente il 2003 che conserva ancora un colore giallo paglierino brillante, un grande naso di fiori gialli e frutta gialla fresca e una notevole acidità.
A seguire una verticale di 9 diverse annate (2003-2012 saltando il 2010 anno nel quale non è stato prodotto) del Merla della Miniera, del quale mi ha colpito il 2004 con un colore migliore rispetto al 2003 (malgrado entrambi non filtrati) e con un buon naso tipico. Il 2006 (seconda annata filtrata) ha mostrato un bel rubino, un buon naso con note ematiche e un tannino piacevole ed elegante. Il 2007 è simile al 2006 anche se più evoluto. Del 2009 mi è piaciuto soprattutto la finezza del tannino, mentre il 2012 andrà riassaggiato tra qualche tempo.
A fine giornata mentre il sole al tramonto colorava di rosa la costa e rimandava riflessi aranciati attraverso i grandi finestroni tutti rivolti ad ovest, Ivan ha stappato anche alcune annate di Vermentino Nero, un vitigno che Terenzuola per tre anni (2006-2007-2008) ha vinificato in rosato per poi passare ad un rosso con l’annata 2009. Questo è risultato molto interessante come pure le annate 2011-2012-2013, assaggiate in una miniverticale. Siamo di fronte ad un vino semplice, di facile beva, che si ottiene dopo una fermentazione in barrique aperte, con maturazione in vasche di cemento per sei mesi ed esce sul mercato dopo un affinamento di un solo mese in bottiglia.
Ed a questo punto, come recita la frase sulla maglietta che Ivan ha fatto stampare e regalato agli intervenuti… keep calm & drink Terenzuola.