La famiglia che cambiò il Daiquiri di Hemingway e dette il Sangue Morlacco a D’Annunzio3 min read

L’idea era quella di scoprire qualcosa in più su uno dei liquori italiani più particolari, invece Guido Luxardo, direttore generale dell’azienda di Torreglia che prende il nome dalla sua famiglia, ci ha regalato un piccolo backstage del mondo dei superalcolici.

«Quello dei liquori è un settore dove da una parte ci sono le multinazionali, come Campari in Italia, Remy e Rémy Cointreau in Francia, dall’altra le medie aziende familiari come noi, Molinari e Strega Alberti. Per far conoscere e riconoscere la qualità occorre passare anche attraverso storia e tradizione, eppure saranno dieci le aziende nel mondo che ci riescono. Naturalmente esistono le eccezioni: ora va di moda il liquore Saint Germain a base di fiori di sambuco, un prodotto nuovo, con una bellissima confezione. Storia zero, ma si miscela perfettamente. Andando più indietro, il liquore Benedictine nei primi del ‘900 ebbe un grande successo, ma dovette continuamente guardarsi dalle contraffazioni. Noi abbiamo la storia eppure c’è sempre da imparare».

Luxardo e la sua storia rappresentano oggi 5 milioni di bottiglie e 20 milioni di fatturato annuo: i suoi prodotti più venduti nel mondo sono l’Amaretto e il Limoncello, vanta un buono sviluppo nel mondo degli amari grazie al Fernet e in quello degli aromi grazie al Maraschino, il secondo liquore più impiegato nella pasticceria italiana artigianale (il primo è il Rum).

Ed è il Maraschino il prodotto simbolo di Luxardo. Un liquore a base di ciliegie marasche nato a Zara, in Croazia, nel 1821 (l’azienda si è trasferita a Torreglia nel 1947, dopo che la seconda guerra mondiale ha investito in modo drammatico la famiglia), cresciuto attraverso sette generazioni, oggi frutto di 20.000 piante di ciliege marasche  tra Veneto ed Emilia.

Abituati a ragionare di uva, la nostra curiosità si è spostata sul ciclo di vita di questo frutto arboreo, scoprendo che la marasca è tra i primi frutti che nell’annata agricola maturano: a Pasqua fiorisce, a metà giugno si raccoglie. Una pianta impiega tre anni per entrare in produzione, dal quarto anno si può raccogliere, al settimo raggiunge la maturità e rimane produttiva fino a venticinque anni.

Le ciliegie raccolte vengono lavorate subito, e dopo l’aggiunta di acqua e alcool in infusione, si distilla. Ne trascorrono quasi cinque prima che il liquore arrivi nel bicchiere, di questi tre li passa in botti di frassino, un legno chiaro che non cede nè colore ne tannino e che, a differenza della grappa ad esempio, restituisce un liquore invecchiato trasparente.

Sarà Ernest Hemingway a contribuire alla sua notorietà: si narra che non volendo rinunciare al suo cocktail preferito (Hemingway era diabetico) sperimentò un nuovo mix per il suo Daiquiri dando vita all’Hemingway Special, tra i più rinomati nel mondo della mixology odierna.

Il Maraschino non è l’unico prodotto dell’azienda padovana dal sapore ‘letterario’: il suo Cherry infatti ha incrociato Gabriele d’Annunzio, che era  amico di Pietro Luxardo (nonno di Guido).  L’autore de La pioggia nel Pineto, durante l’Impresa di Fiume del 1919, battezzò il liquore Sangue Morlacco, (Il liquore cupo che sulla mensa di Fiume chiamavo Sangue Morlacco), nome con cui è adesso conosciuto in tutto il mondo.

 

La degustazione

 

Maraschino

 I tre anni in legno di frassino non cedono colore o aromi: il liquore si presenta limpido, trasparente e viscoso. Profumo intenso, al naso arriva la marasca avvolta dai 32° di alcool. In bocca l’impatto è dolce, caldo, morbido, solo alla fine cede alla gradazione. Piacevole il contrasto tra naso pungente e palato rotondo.

Sangue Morlacco

Rosso rubino intenso e  limpido, al naso annuncia la dolcezza della ciliegia. Zucchero e calore impattano il palato, invitando chi ama i sapori molto dolci a proseguire con un altro sorso. Perfetto per accompagnare la cioccolata fondente al 75%. Un cubetto di ghiaccio o del gelato rendono giustizia alla sua rotonda robustezza.

 

Barbara Amoroso Donatti

Appassionatissima di vino e soprattutto “liquidi con qualche grado in più”. Punto di riferimento del giornale per tutto quanto riguarda il mondo dei superalcolici.


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