“Inside Burgundy”: per sapere tutto sulla Borgogna in “sole” 800 pagine5 min read

A un anno di distanza dal libro gemello della Anson (“Inside Bordeaux”), Jasper Morris , Master of Wine dal 1985, specialista dei vini della Borgogna e autore dell’omonimo sito (insideburgundy.com), ha pubblicato la seconda edizione, rivista e ampliata,  della sua opera. Morris é stato dapprima importatore di vini in Gran Bretagna con la Morris & Verdin, poi, quando la sua società (nel 2003) fu acquistata da Berry & Bros , divenne Buying Director di quest’ultima, occupandosi  degli acquisti dalla Borgogna per suo conto.

Dopo aver pubblicato la prima edizione del suo libro nel 2010, quattro anni fa si è dimesso dal suo incarico per evitare di incorrere in un conflitto di interessi. L’opera è riferimento obbligato per tutti coloro che si interessano ai vini della Borgogna, e ha caratteristiche in parte simili (prima di tutte, la grafica, curatissima, realizzata anch’essa dalla veronese Graphicom) a quelle del libro della Anson, dal quale si distingue però per alcuni aspetti.

Primo fra tutti, la mancanza di un’apposita appendice sulle annate (nel libro della Anson si parte ovviamente dal 1855, per arrivare al 2019, ultima vendemmia immediatamente  precedente alle primeurs di quest’anno): per avere indicazioni dettagliate su di esse si deve accedere al sito insideburgundy.com, sul quale sono trattate per esteso.

Anche l’apparato cartografico (peraltro molto elegante, curato da Leanne Kelman e Chris Foulkes, a partire dalla cartografia iniziale di Sylvain Pitiot e Luc Groffier) non ha la stessa ricchezza di dettaglio del libro gemello della Anson, nel quale erano minuziosamente rappresentate le strutture geomorfologiche dei suoli dei diversi terroirs del bordolese, che pure non sono altrettanto vari ed eterogenei di quelli borgognoni, vero millefoglie geologico.

Manca del tutto, inoltre, una documentazione fotografica dei luoghi e delle vigne storiche più affascinanti, che immagino sia stata sacrificata per ragioni di spazio ( si tratta pur sempre di 800 pagine), e che invece abbondavano nel libro della Anson, sia pure curiosamente concentrate fuori testo a conclusione della prima parte “generale” del libro.  Per il resto, la struttura dei due handbook è del tutto simile.

Si comincia con una prima  parte introduttiva, di circa un centinaio di pagine, per raccontare la storia della regione, la struttura commerciale del mondo del vino borgognone, tra domaines, grandi e piccoli, e négoce, il complesso sistema delle appellations,  regionali e  comunali e il sistema di classificazione dei crus, i suoli e il clima,  le varietà di uva a bacca bianca e rossa, a partire ovviamente dalle due dominanti , lo chardonnay e il pinot noir, le pratiche viticulturali , le vendemmie e la vinificazione dei vini bianchi e rossi.

La seconda parte, ben più estesa, riguarda le diverse suddivisioni subregionali, partendo da quella più settentrionale, della Yonne, con l’esclusione del solo Beaujolais, al quale Morris intende dedicare un’opera apposita, per arrivare fino al Maconnais.

Lo spazio maggiore, ovviamente è riservato alla Côte d’Or (poco meno di 500 pagine, contro le circa 70 dello Chablisien e dell’Auxerrois, 50 della Côte Chalonnaise  e 40 del Maconnais): certo per il suo maggior prestigio, ma anche per la maggiore  numerosità delle denominazioni comunali che la contraddistingue. Ciascuna subregione è introdotta da una carta regionale e da una breve overview, a precedere l’esame delle singole denominazioni, dei premiers e grands crus (ove presenti) e i principali lieux-dits classificati come villages, e infine delle principali realtà produttive. Ciascun Domaine è presentato sinteticamente, con la specificazione dettagliata delle parcelle possedute nei vari terroirs (collocata  in un’apposita colonna a fianco del testo), nel maggior numero di casi riportando anche le loro estensioni,  e le sue scelte colturali e di vinificazione.

Allo stesso modo, per ciascun premier o grand cru, è , dove possibile riportato, sempre a fianco, il nome dei vari exploitants con l’estensione delle parcelle possedute in quel dato climat, circostanza resa necessaria dal fatto che i casi di crus monopole , cioè con un solo proprietario, sono alquanto rari: paradossale,a questo proposito, il caso del Clos de Vougeot con i suoi circa 80 exploitants attuali.

Per alcuni premier o grand cru più importanti o più frammentati (ad es. il Clos Saint Jacques a Gevrey Chambertin o Les Saints-Georges a Nuits-Saint-Georges) sono riportate apposite, utili mappe nelle quali vengono specificate le aree dei diversi proprietari.

I diversi crus sono descritti in modo ovviamente essenziale, ma efficace con le loro caratteristiche fisiche (esposizioni, inclinazioni, suoli).  La selezione dei Domaines, è molto ampia e circostanziata, considerando anche l’enorme frammentazione della proprietà vitivinicola della Borgogna, e nessun  vigneron di un qualche rilievo è stato omesso.

In definitiva si tratta di un’opera ricca e molto aggiornata (vi troverete inclusi anche la recente  AOC di Vézelay e  i nuovi premiers crus di Marsannay e Pouilly-Fuissé), nella quale anche realtà molto piccole, come quella della Côte-Saint-Jacques , nello Jovinien, o i rinascenti climats della Côte-de Dijon, hanno trovato il loro spazio. Una succinta appendice comprende  consigli per il  servizio dei vini della Borgogna per apprezzarli al meglio, alcune note orientative per la scelta dei millesimi, una bibliografia ragionata  e un glossario essenziale. Per concludere, l’indice analitico.

Se qualcuno mi ponesse la fatidica domanda: “Ho già comprato il libro di Castagno, vale la pena di acquistare anche quello di Morris?” risponderei semplicemente: “Se leggi l’inglese e hai spazio sufficiente nel tuo scaffale per contenerli entrambi,  sì, perché i due libri sono molto diversi ma complementari”.

Il libro di Morris è più il classico trattato, nel quale poter ricercare o controllare velocemente le informazioni di cui si ha bisogno a proposito di un dato climat o domaine, quello di Castagno è più disteso e colloquiale, più piacevole anche da leggere, con la sua curiosità erudita per l’origine dei toponimi e in più è ricco di elementi sensoriali ed esperienziali che danno al lettore quasi l’impressione di trovarsi sul luogo.

Jasper Morris, (2021), Inside Burgundy, 2nd edition, London (UK): Berry Bros & Rudd Press, 798 pp., € 79.00

 

Due foto nell’articolo sono di Joe Woodhouse, che ringraziamo.

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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