In memoria di Peppino Colamonaco1 min read

23 aprile 2014. Sei anni sono passati dalla scomparsa, anni in cui ho sentito la sua mancanza. Peppino il “murgiano” come lo chiamava Giacomo Mojoli quando ci incontravamo nelle riunioni di Arcigola poi divenuta Slow Food. Mai aggettivo fu più appropriato per un uomo che, come pochi, sapeva con entusiasmo contaminare, attraverso i suoi racconti, tutti quelli che lo avvicinavano.

Dietro la sua giocosità e lo spirito epicureo c’era l’uomo con tutta la sua complessità. Mi mancano le lunghe chiacchierate in auto in cui si parlava di tutto, dalla pallavolo alle sua famiglia, mi manca il suo entusiasmo e la sua visione della vita.

Il tempo non è vero che guarisce, ci insegna a convivere con i ricordi. Mi piace ricordare Peppino così, con un bicchiere in mano.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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