23 aprile 2014. Sei anni sono passati dalla scomparsa, anni in cui ho sentito la sua mancanza. Peppino il “murgiano” come lo chiamava Giacomo Mojoli quando ci incontravamo nelle riunioni di Arcigola poi divenuta Slow Food. Mai aggettivo fu più appropriato per un uomo che, come pochi, sapeva con entusiasmo contaminare, attraverso i suoi racconti, tutti quelli che lo avvicinavano.
Dietro la sua giocosità e lo spirito epicureo c’era l’uomo con tutta la sua complessità. Mi mancano le lunghe chiacchierate in auto in cui si parlava di tutto, dalla pallavolo alle sua famiglia, mi manca il suo entusiasmo e la sua visione della vita.
Il tempo non è vero che guarisce, ci insegna a convivere con i ricordi. Mi piace ricordare Peppino così, con un bicchiere in mano.