In Francia vino batte birra. Al terzo posto… lo champagne2 min read

Dalla Francia ci arriva quella che a prima vista può sembrare una vengeance, per dirla alla francese, del vino. In particolare la rivincità è sulla birra, che nel 2024 torna al secondo posto tra le bevande alcoliche più bevute dai francesi. Quindi vino al primo posto e birra al secondo, invertendo il risultato del 2023.

Una classifica un po’ strana in realtà, perché se al primo posto di piazza il vino con il 60% di intervistati che lo bevono (la birra è poco lontana al 58%) al terzo troviamo lo Champagne (39%)!!! e questo mi fa venire qualche dubbio sia  sull’agenzia di consulenza SoWine che, assieme a Dynata, hanno effettuato il sondaggio sia su cosa rappresenti la parola vino per i francesi. Dal mio punto di vista sarebbe bastato inserire vini fermi per far quadrare il tutto, ma forse il mio è un giudizio viziato dal fatto di essere italiano.

Ma prendiamo per buono che quando si parla di vino in Francia pare che le bollicine non esistano e andiamo avanti. Il sondaggio ci dice che il consumo di vino è cresciuto molto tra i giovani, in particolare tra 25-36 anni ma anche tra gli appena maggiorenni.

Cosa interessante è che gli intervistati confermano che il vino bianco è quello più bevuto in Francia (90% degli intervistati) e subito dietro troviamo i vini rosa con l’87%. Il vino rosso si piazza solo terzo con un 82% di preferenze, in calo di 8 punti rispetto al 2023. Questa tipologia viene bevuta molto tra le mura domestiche ma quando si stappa con gli amici al primo posto troviamo il vino rosa, poi il bianco e poi, molto staccato, il vino rosso.

Insomma ( se si possono prendere per buoni sondaggi dove lo champagne non fa parte del vino) da una parte sembra che bianchi e rosa tirino sempre più, mentre i rossi pagano dazio e questo pare accada anche in Italia e nel resto del mondo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE