Il Vinitaly al tempo del… Vinitaly3 min read

Ci siamo! Puntuale come una cambiale, riparte la nonsopiuquale edizione di Vinitaly.

Tanto amata quanto criticata, la rassegna veronese resta pure sempre la più importante e significativa vetrina sul vino italiano. Ogni tentativo di spostarla verso altre metropoli, probabilmente più attrezzate dal punto di vista logistico, è naufragato. Parrebbe anzi, esaminando i cambiamenti degli ultimi anni, che Vinitaly  non si sia limitata a difendere le proprie posizioni di rendita ma, al contrario, abbia tratto spunto dalle critiche per rinnovarsi. Seppur parzialmente, molto parzialmente.

Penso in particolare al cambiamento di date con partenza alla domenica, alla riduzione di un giorno e alla maggior connotazione professionale che ha visto da un lato l’aumento dei prezzi del biglietto e dei parcheggi, e dall’altro la forte riduzione degli ingressi di favore. Penso anche allo spazio, sempre maggiore, dei padiglioni che ospitano Vivit e Fivi. Insomma, per un operatore del settore, credo proprio che Vinitaly sia imprescindibile.

Per mille ragioni, la prima delle quali è la quantità dei vini italiani proposti e la possibilità di conoscere tante aziende raggruppate in uno spazio unico, so bene che il concetto suona un tantino ovvio. Ma pazienza. Ci sono anche altri motivi per non mancare Vinitaly, oltre a quelli che ogni professionista, come il sottoscritto, ben conosce, essendo parte della sua “michetta”. Ne ipotizzo qualcuno:

1) Poter finalmente fare il tour degli uffici stampa. Si parte dopo aver predisposto un percorso utilizzando Google Winemaps. Procedete come segue: posizionate google earth su Vinitaly, poi mettete dei segnaposto su ogni postazione di cantine che i vari uffici stampa vi hanno inviato tramite inviti “personalizzati” e poi premete il bottone “start” . Se il pc non si impalla, e se Zuckerberg non si incazza, partendo Domenica all’apertura, dovreste farcela in tempo prima dell’inaugurazione del Vinitaly 2036.

2) Sfruttate questi pochi giorni per iscrivervi ad una delle degustazioni in calendario. In particolare a quelle su inviti o dove mancano indicazioni. Ma se sono su inviti, perché minchia le pubblicano?

3) Occhio all’area lanci. Munitevi di caschi, l’area lanci è trasversale, olografica e reale al tempo stesso. E’ sufficiente che una cantina pronunci le parole “ Venite ad assistere al lancio del nostro nuovo Brut da uve pelagaletto, affinato 29 mesi, 26 giorni, 4 ore e 12 minuti al largo delle coste di Porto Corsini su di un pedalò verniciato a mano” che scatta il lancio. Per l’occasione sono ingaggiati discoboli al posto dei sommelier.

4) Sempre bello fare come gli “umarel”. Per chi ha la possibilità, vuoi mettere stare a guardare i vari addetti che si stramazzano, sudaticci e smoccolanti, per comporre il puzzle degli stand? Mentre tu, una volta tanto, te ne stai li fresco e riposato.

5) Beh, per noi maschietti di varia età, il vero godimento sta nel guardare l’altra metà del cielo, una metà tirata a lucido, sempre sorridente e avvezza ad ascoltare, con maestosa nochalance, i commenti più idioti. Che non mancano di certo.

Personalmente, oltre ad essere a Vinitaly per accogliere chiunque voglia fare un itinerario sui vini romagnoli, presso il padiglione Emilia Romagna, ci vado essenzialmente per poter parcheggiare gratis nell’area stampa.

Ma ci sentiremo a fine Vinitaly.

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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