Indicazioni generali per l’allestimento di forme di allevamento moderne.
Partendo dal presupposto che la vite è una pianta non in grado di auto-sostenersi, è necessario predisporre una struttura di sostegno con pali, fili e tutori (canne, tondini di ferro, ecc.) per le singole piante. Nella scelta dei pali è bene orientarsi verso quelli maggiormente duraturi e semplici nella messa in opera anche se la scelta è molto variabile anche per altre esigenze del tipo estetico ed altro ancora.
Le piante, poi, devono sempre essere accompagnate da un tutore in modo tale che, fin dalla fase di allevamento, si possano legare precocemente i germogli delle barbatelle imponendo al futuro tronco un portamento il più eretto e allineato possibile con la direttrice longitudinale del filare.
Praticità nella messa in opera
Considerando l’elevato costo richiesto per la distribuzione e l’impianto dei pali (variabile da un euro e cinquanta a tre euro, valore talvolta vicino a quello degli stessi sostegni resi sul posto) si ritiene indispensabile valutare con attenzione questa voce di spesa perché può capitare che un sostegno con un costo superiore del 25-30%, messo in opera, risulti comunque più economico. Un esempio è il confronto tra il cemento (peso 20-50 kg e oltre), dove costa relativamente poco il palo ma molto la messa in opera, e il sostegno metallico, con una situazione opposta dovuta al peso di pochi chilogrammi.
Si devono prendere in considerazione anche i problemi relativi all’impianto dei pali in terreni particolarmente difficili, per la compattezza o la presenza di sassi di grandi dimensioni. In questi casi, soprattutto se i pali sono piantati a percussione, sono da escludere quelli in cemento. Si adattano i pali di legno e di ferro.
Eventuali influenze negative su uva e vino
Non si possono produrre vini che sanno "di palo". Per fortuna questo rischio non è così macroscopicamente evidente ma, nel caso di vendemmia meccanizzata, qualche piccola influenza non è da escludere. Ad esempio, i pali di legno trattati potrebbero cedere al mosto che cola a seguito dell’azione degli scuotitori tracce dei sali di cui sono impregnati. Allo stesso modo nei vigneti sorretti da pali metallici non rivestiti il mosto si potrebbe arricchire in ferro. I rischi di cessione sono invece pressoché nulli quando il sostegno è zincato; inoltre questo metallo, naturalmente presente in piccole quantità nei mosti e nei vini, non crea problemi né di natura igienico-sanitaria né di stabilità del prodotto.
La caduta di frammenti di calcestruzzo risulta piuttosto dannosa, oltre che per le attrezzature di lavorazione del pigiato anche per le cessioni di calcio e ferro, innocui per l’uomo, ma con influenze negative sulla stabilità colloidale del vino.
Influenza sulle caratteristiche estetiche del vigneto
Su questo argomento le opinioni sono molto diverse. Mi è anche capitato, di sentire l’opinione di autorevoli persone, convinte che i pali di cemento costituiscono un impatto ambientale così importante da ritenerne opportuna la proibizione! Il vigneto è, per le zone viticole vocate, la componente principale del paesaggio e, a seconda dell’orografia del terreno, della forma di allevamento e dell’ampiezza degli appezzamenti può suggerire impressioni diverse, in ogni caso positive.
La meccanizzazione, anche minima, impone regole di ordine e regolarità, che traspaiono anche quando il vigneto non è curato al meglio. In realtà, la maggior parte dei vigneti è oggetto di un continuo lavoro di sistemazione della vegetazione, ottenuto con pazienza certosina e costi spesso elevati, soprattutto dove la meccanizzazione è solo parziale e quindi il risultato estetico, con l’esclusione del periodo dalla potatura al germogliamento, è fornito dalla vegetazione della vite e non dai sostegni, a meno che questi superino di molto l’altezza della forma di allevamento, caratteristica del passato legata solo ai pali di legno.
Nella combinazione "strutture di sostegno – vite" è sicuramente da ricercare una "micro estetica", di solito non percepita dal profano, ma ben evidente per gli operatori. Ci riferiamo ad esempio alla perfetta verticalità del ceppo, da ottenere ad ogni costo per facilitare le operazioni colturali e salvaguardare l’integrità degli stessi. Per ottenerla è indispensabile che ogni ceppo disponga, fin dal primo anno dall’impianto, di un tutore duraturo nel tempo. Nel caso dei filari a controspalliera la verticalità è essenziale anche per tutti i sostegni principali e deve mantenersi nel tempo.