I 22 di Pouilly-Fuissé: ovvero come ottenere i Premiers Crus e vivere felici. Seconda parte6 min read

Continua e si conclude il nostro viaggio in una piccola ma importante (e poco costosa) AOC borgognona.

Solutré-Pouilly: L’intensité

Articolata tra i due borghi, é  tra le zone storicamente più reputate della Borgogna meridionale per i suoi vini bianchi. La sua area nord, ai piedi della rocca di Solutré, è geologicamente simile a quella di Vergisson, e dà vini similari, mentre quella situata sul lato opposto della rocca, discendendo verso Pouilly, a est, dà vini morbidi, aromatici, tra i più eleganti della denominazione.

Premiers crus: a Solutré, Au Vignerais (18.67 ha.), En Servy (3.98 ha.), La Frérie (4.08 ha.), Le Clos de Solutré (4.40 ha.); a Pouilly, Pouilly (19.37 ha.), Aux Bouthières (4.86 ha.), Aux Chailloux (6.74 ha.). Totale Premiers Crus: 71.73 ha.

A Solutré il climat più grande e più alto (320-380 m.) è Au Vignerais, che incorpora altri tre lieu-dit minori, occupando una porzione ampia del coteau, da una parte all’altra della stradina che sale da Devayé. Appena più sotto, esposto a  E-SE, è En Servy, che bordeggia le case del villaggio di Solutré; incastrata tra i due è La Frérie, con un’esposizione più solare, suoli con inclinazioni variabili, più ricchi di argille. Infine Le Clos de Solutré, situato nella parte bassa del villaggio, in zona riparata dai venti, sul lato ovest.

Pouilly-Fuissé Au Vignerais La Soufrandière 2018

Un Pouilly di notevole freschezza, concentrato e vibrante: delicatamente fruttato, ha elegante sapidità minerale, un’eccellente espressione del terroir di Solutré.

A Pouilly, il   climat omonimo risulta dall’aggregazione del lieu-dit Pouilly ed altri sei minori, distribuiti su un dislivello di circa 100 m., sopra e sotto le case del villaggio, con una esposizione “calda” E-SE. Ha suoli bruni decisamente calcarei e dà vini di grande razza.  Scendendo verso SE, si incontrano gli altri due. A 240-270 m., con una esposizione similare, è Aux Bouthières: suoli bruni più argillosi, a chailles e silex, più profondi. Infine, discendendo ancora più giù, è Aux Chailloux, con suoli più spessi e con un’ esposizione ancora più calda che scivola verso sud.

Pouilly-Fuissé Vers Pouilly Château de Beauregard 2018

Al naso offre frutta bianca matura, agrumi, note di acacia e leggermente  boisé, sul palato mostra buona  densità e soffusa  mineralità. Un Pouilly di bella tensione che migliorerà col tempo.

Fuissé: L’équilibre

Con il villaggio di Pouilly, Fuissé rappresenta il nucleo storico nobile della denominazione. Le sue vigne, disposte ad anfiteatro, circolarmente intorno a est, con inclinazioni vertiginose, sono davvero spettacolari: danno vini ricchi, solari, grassi, di notevole ampiezza aromatica, che raggiungono una pienezza, una maturità e un equilibrio ammirevoli.

Premiers crus: Les Perrières (5.79 ha.), Les Vignes Blanches (19.13 ha.), Le Clos (2.68 ha.), Les Ménétrières (5.22 ha.), Les Brulées (0.83 ha.), Les Reisses (4.13 ha.), Vers Cras (23.19 ha.). Totale Premiers Crus: 51.35 ha.

Nel territorio di Fuissé si possono distinguere tre zone diverse.

La prima è costituita dal plateau calcareo di Beauregard, a NE, a toccare Pouilly. Qui si trova Vers Cras, il più esteso climat dell’appellation, a cavallo tra i due comuni. I suoi vini hanno notevole finezza, unendo la pienezza e la solarità propria di Fuissé con la purezza cristallina dei vini di Pouilly. La seconda comprende la sezione centrale del terroir di Fuissé, ed esprime i vini prototipici della denominazione, densi e maturi. Le Clos, unico climat monopole dell’AOC, ha una quantità maggiore di argille, soprattutto nella parte inferiore, e dà un vino potente, dall’impressionante capacità di invecchiamento.

Con Les Ménétrières e Les Brulées (quest’ultimo incluso per tre lati nel precedente), Le Clos è incastonato tra Les Reisses a Est e Les Vignes Blanches e Les Perrières , che si allungano sul lato Ovest. Les Reisses è al limite nord del coteau dei Premiers Crus di Fuissé, con orientazione E-NE, discende dolcemente verso il basso, con un suolo bruno argilloso, poco profondo (vini fini, gourmand, in stile Pouilly).

Al limite opposto è Les Perrières, poco calcareo in superficie, ma poggiante su banchi calcarei poco profondi (i suoi vini sono agrumati, di bella finezza). In posizione centrale, con esposizione est, è Les Vignes Blanches: pendenze variabili, suoli bruni altrettanto variabili, in cui si alternano banchi calcarei ricoperti di argille, marne argillose, anche a chailles (vini charmeurs, equilibrati, molto espressivi). Infine il piccolo climat de Les Brulées, esposto a pieno sud (vini caldi e generosi, frutti gialli) e Les Ménétrières, orientato a est, più fresco (vini puri ed eleganti, che ricordano quelli della Côte d’Or).

L’ultima zona, quella occidentale,   é del tutto diversa, con i suoi suoli granitici  di origine vulcanica, dai quali si ricavano vini più tendres e immediati.

Pouilly-Fuissé Le Clos Château de Fuissé 2018

Mai così buono, un vino che ha l’allure di un grand cru, ricorda a tratti un Meursault Génevrières. Agrumi (pompelmo), pesca bianca e frutta esotica al naso, note di tiglio e felce, denso e potente, con un fondo dolce e speziato di pain d’épice. Il legno si avverte, ma è ben integrato. Durerà, evolvendo, molti anni.

Chaintré: La douceur

Il terroir di Chaintré è quello più a sud e il più basso dell’appellation, discendendo verso la valle della Saône, della quale sente anche maggiormente l’influenza. I vini che vi sono prodotti si distinguono per la loro maturità, densità e “dolcezza”.

Premiers crus:Le Clos de Monsieur Noly (2.74 ha.), Les Chevrières (11.35 ha.), Le Clos Reyssier (8.68 ha.), Aux Quarts (11.22 ha.). Totale Premiers Crus: 33.99 ha.

Tre dei Premiers Crus sono sul lato est dell’appellation: Le Clos de Monsieur Noly, Le Clos Reyssier, e, in mezzo, Aux Quarts. Il primo si configura come una lunga striscia, stretta e pianeggiante, che si allarga discendendo verso il basso, con una maggiore inclinazione: la parte esposta ad O è stata esclusa da quella Premier Cru, restandovi solo quella esposta a E-SE, poco profonda e argillosa. Le Clos Reyssier ha forma all’incirca triangolare, poggia su un pendio che scende dolcemente verso il basso, e con i suoi 215 m., é il meno alto dei Premiers Crus. Con esposizione E, ha suoli molto vari, poco calcarei, argillosi e argilloso-limosi, abbastanza profondi. In mezzo è Aux Quarts, che sovrasta il Clos Reyssier e la strada che sale verso il borgo di Chaintré. E’ un climat più grande, avendo incamerato anche il lieu-dit Les Plantes Vieilles, ed eterogeneo, ma con suoli molto calcarei, soprattutto nella parte più alta. I vini di questi climats si distinguono per il loro stile maturo, generoso, di bella ampiezza, tendendo all’opulenza. Les Chevrières, il più grande, è l’unico sul versante ovest, una specie di cupola sul borgo di Chaintré. Con esposizioni e suoli molto variabili (da E a S), la  definizione del Premier Cru esclude  la sezione esposta a O, riservandola alla porzione più inclinata con suoli bruni più calcarei.I suoi vini sono morbidi ed equilibrati, ricchi ma non stucchevoli, molto gourmand.

Pouilly-Fuissé Les Quarts Château des Quarts 2018

Miglior assaggio della degustazione. Da un piccolo monopole dello Château des Quarts (joint venture di Olivier Merlin e Dominique Lafon), una vigna vecchissima, per 1/3 piantata nel 1913 e per il resto nei primi anni ’50. Giallo paglierino, naso complesso (pera, pesca bianca, fiori bianchi, frutta secca) con sfumature agrumate, sul palato è intenso e dinamico, di soffusa, elegante mineralità, lunga e persistente chiusura salina.

E’ possibile assaggiare tutti i crus del Pouilly-Fuissé all’Atrium di Solutré-Pouilly, che organizza anche visite e degustazioni nelle cantine.

Alcuni altri buoni produttori: (Domaines) Eric Forest, Guerrin et Fils, Jacques Saumaize,  Saumaize-Michelin (Vergisson); Cordier P. et F., Jean Ferret, Robert-denogent,  Thibert P. et F. (Fuissé).

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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