Guida vini. Continua la sfida a tre: Pinot Bianco di Alto Adige, Trentino e Friuli5 min read

Come ormai abbiamo detto più volte,  quest’anno per quanto riguarda i vitigni definiti internazionali e coltivati in Alto Adige, Trentino e Friuli Venezia Giulia, abbiamo pensato di presentare i risultati in parallelo, in modo da permettere ai nostri lettori di avere un panorama più ampio. Se ve li siete persi potete trovare qui i risultati “triregionali” relativi al Sauvignon, allo Chardonnay e al Pinot Grigio. Naturalmente i risultati dei vini da altre uve, quelle autoctone o comunque coltivate solo in una regione, saranno presentati a parte come negli altri anni.

Oggi prendiamo in considerazione un vitigno che purtroppo non sta ottenendo il successo che merita. Stiamo parlando del pinot bianco, cugino “nobile” del pinot grigio, piantato però molto, molto meno del cugino. In Alto Adige non c’è una grande differenza tra i due in termini di ettari (609 Ha del pinot bianco contro i 705 del pinot grigio) ma sia in Friuli ( 490 contro quasi 8000) e in Trentino (66 contro quasi 3000) il confronto è abnorme.

Il lato positivo è però che il Pinot Bianco non viene praticamente mai usato per vini semplici e beverini e anche quando viene messo in commercio subito porta a vini più complessi, eleganti, serbevoli.

Anche se l’annata 2024 non è stata certo di alto profilo i Pinot Bianco hanno reagito meglio di altre uve (pinot grigio e chardonnay in testa) e alla fine il giudizio è stato indubbiamente superiore.

Trentino

Per esempio dai pochi ettari trentini abbiamo trovato vini di ottima riconoscibilità aromatica, corpo rotondo, piacevole e sufficienti possibilità di maturazione nell’arco dei 3-5 anni. Anche quelli del 2023 ci sono piaciuti, in primo luogo perché non oberati dal legno e in seconda istanza per una freschezza generale che non trovavamo da anni: non per niente l’unico Vino Top è proprio del 2023.

Punti di forza: 2024 molto riconoscibili e netti al naso, 2023, nervosi, freschi e con legni ben dosati.

Punti deboli: troppo pochi gli ettari vitati per sperare in una futura crescita

Vini Top: 1

Voto all’annata 2024: 7-

Friuli Venezia Giulia

Anche in Friuli, in particolare in Collio, dove tra l’altro c’ è un’associazione tra produttori per far conoscere il Pinot Bianco, le cose sono andate abbastanza bene. Vini rotondi e piacevoli, con un corpo più che sufficiente e profumi molto classici. Anche l’abbassamento generale dell’acidità non ha portato a squilibri nei vini. I pochi 2023 degustati si sono mostrati anche loro di ottimo livello. Pur se i vini degustati non sono molti, quando ben l’86% dei prodotti degustati supera gli 80 punti vuol dire che siamo di fronte ad un’annata più che soddisfacente. Magari non avranno una grande serbevolezza ma sicuramente posizionano il loro momento migliore tra i 3 e i 5 anni. Inoltre ben 2 Vino Top (uno del 2024 e uno del 2023)  rendono ancora più chiara la qualità generale dei Pinot Bianco friulani.

Punti di forza dell’annata 2024: buon corpo, rotondità, equilibrio, profumi classici

Punti deboli dell’annata 2024: acidità più bassa del normale

Vini Top: 2

Voto all’annata 2024:  7.5

Alto Adige

Non ce ne vogliano le altre due regioni ma se c’è un territorio che può veramente portare in alto il Pinot Bianco questo è l’Alto Adige. Questo non solo per qualità generale ma per numeri e fiducia nel vitigno da parte dei produttori. Inoltre molte vigneti di pinot bianco si trovano ad altitudini importanti e quindi possono mantenere la freschezza fondamentale  per durare nel tempo. Non per niente i Pinot Bianco storici della Cantina di Terlano insegnano al mondo cosa vuol dire invecchiare questo vitigno.

Detto questo però dobbiamo anche constare che l’annata 2024 non sia stata certo la migliore per quest’uva. Anche se i migliori vini dei nostri  vengono da vini dell’annata abbiamo trovato troppi prodotti  abbastanza semplici, sia aromaticamente che strutturalmente e questo ormai accade da qualche anno. Possiamo solo ipotizzare che molti puntino le loro uve migliori su Pinot Bianco passati in legno da presentare dopo 2-3 o più anni, però questa carta rischia di non ottenere in vari casi lo scopo desiderato a causa di quell’uso sempre più imponente del legno di cui abbiamo già parlato per gli Chardonnay e i Sauvignon. Comunque il Pinot Bianco altoatesino mostra sempre un buon numero di ottimi vini, anche quest’anno è andata così e il Vino Top del 2024 ne è la dimostrazione.

Punti di forza: vitigno adattatosi bene a varie altitudini, rotondità e piacevolezza

Punti deboli: vini giovani un po’ troppo semplici, legno spesso prevaricante per i vini invecchiati

Vini Top : 1

Voto all’annata 6.50

Conclusioni

Anche in annate non certo eccezionali la finezza aromatica e la rotonda piacevolezza del vitigno viene alla luce. Questo porta a chiedersi per l’ennesima volta perché quest’uva venga piantata e coltivata così poco, specie in Trentino e in Friuli. 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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