Se qualcuno di voi ha letto qualcuna delle “sfide a tre” dove abbiamo presentato a confronto Chardonnay, Sauvignon, Pinot Grigio, Pinot Bianco e Gewürztraminer di Friuli, Trentino e Alto Adige, avrà capito che l’annata 2024 non è certo stata di alto profilo. Per quanto riguarda il Trentino anche le uve di cui parleremo oggi non si sono quasi mai sottratte ad una vendemmia difficile, con estate caldissima e per di più “aggravata” da piogge durante il mese di settembre. Pochi vini si sono salvati.

Kerner (e altre uve semiaromatiche)
Tra questi ci sono sicuramente il Kerner e l’Incrocio Manzoni che piano piano si stanno facendo notare per finezza aromatica e complessità gustativa. In particolare ogni anno siamo sopresi dalla bontà dei pochissimi Incrocio Manzoni 6.0.13 in purezza, cioè quello nato dall’incrocio tra riesling renano e pinot bianco. Precisiamo in purezza perché questo vitigno viene usato un po’ come il prezzemolo, con piccole percentuali (spesso quasi salvifiche) in tanti vini dove mancano aromi e magari freschezza o equilibrio. Si dovrebbe avere più coraggio e proporne di più, visto che difficilmente ne troviamo di men che buoni. I kerner da parte loro stanno crescendo e, per fortuna, senza ispirarsi a nessun modello in particolare: si punta a vini di ottima freschezza con bei profumi floreali e fruttati e questo è già tanto. L’unico vino Top dei semiaromatici è proprio un Kerner e di questo siamo felici.
Voto ai semiaromatici (riesling escluso) 7

Riesling
Abbiamo messo a parte i riesling solo perché ce ne sono ormai un buon numero ma con un’annata come la 2024 non c’è certo da fare salti di gioia. Acidità non adeguate al vitigno, profumi poco intensi, note amarognole al palato compongono un quadro non certo positivo.
Voto all’annata 2024 del riesling: 4.5
Nosiola
Con la Nosiola siamo sempre allo stesso punto: sembra diventato come il pesce pilota degli squali, a seconda dello squalo (leggi uva “di rinforzo”, anche aromatica) che lo guida profuma di sauvignon, di chardonnay, di Müller Thurgau e compagnia cantante. Questo per quanto riguarda le versioni d’annata mentre quelle con qualche anno sulle spalle, magari fermentate o invecchiate in varie tipologie di contenitori, ancora non hanno trovato una loro strada. L’unica strada chiara ma molto stretta è quella del Vino Santo trentino: grandi vini ma ormai i produttori si contano sulle dita di una mano.
Voto alla Nosiola del 2024: 5

Müller Thurgau
Altro vitigno che si sta intristendo e che perde sempre più appeal tra i produttori (e quindi tra i consumatori). Hai voglia a mettere assieme grandi dichiarazioni di fiducia, alla fine i risultati parlano chiaro: sempre meno vini in degustazione, anno dopo anno ettari vitati che lasciano il posto ad altre uve, sempre meno vini che non dico ti fanno sobbalzare sulla sedia ma che almeno ricordano le precise caratteristiche aromatiche del vitigno. Detto questo l’annata 2024 non è poi andata tanto male e almeno dal punto di vista aromatico le risposte ci sono state, anche se non ai livelli di 5-8-10 anni fa. Comunque un Vino Top è sempre un segnale positivo.
Voto all’annata: 6
Uvaggi e altre uve
Pochi vini portano a poche parole di commento, sia sugli uvaggi come sempre semplici, che su piwi assolutamente poco incisivi.
Voto all’annata 2024: s.v.
Per quanto riguarda i bianchi fermi il Trentino segue in parte la strada delle istituzioni che vegliano (o dovrebbero vegliare) sui vini regionali: si stenta sempre più a trovare un filo logico, una linea precisa, una strada consapevolmente presa e seguita con attenzione e competenza. Ci spiace dirlo ma noi la vediamo così.
In conclusione ringraziare Il Consorzio Vignaioli del Trentino che ci ha ospitato nella sua sede di Aldeno ci sembra come minimo doveroso.
