Guida vini 2023-2024. Degustazione Colfondo Agricolo: una vera, piacevolissima sopresa!3 min read

La degustazione di quasi quaranta Colfondo Agricolo, comprendente praticamente tutti i produttori attualmente facenti parte del gruppo (sono 17) e spalmata sulle tre annate prodotte (2019-2020-2021) ci ha lasciato sorpresi e felici.

Sorpresi perché non credevamo che la qualità media fosse così alta, felici perché abbiamo “scoperto” un ottimo vino, molto piacevole e gastronomico.

Se volete avere informazioni su che tipo di vino sia il Colfondo Agricolo, dato che ne abbiamo parlato la scorsa settimana vi consiglio di dare un’occhiata a questo articolo, qui parleremo solo delle caratteristiche che ha espresso nel nostro assaggio.

Ovviamente stiamo parlando di vini prodotti nel Trevigiano dove regna il Prosecco DOC e DOCG, ma rifermentati in bottiglia (frizzanti, quindi massimo 2.5 atmosfere) nella stragrande maggioranza a base di glera al 100% anche se possono essere utilizzati altri vitigni locali come Perera, Verdiso, Bianchetta, Boschera e Rabbiosa.

Abbiamo iniziato dai 2021 e siamo andati indietro nel tempo, concludendo con i 2019. A questo proposito la prima caratteristica, molto spiazzante ma indubbiamente positiva, è che non è detto che i vini più maturi esprimano giocoforza aromi terziari e i più giovani solo primari. Questa caratteristica è trasversale nei vini e dipende da vari fattori ma fondamentalmente crediamo che la tipologia del (buon) rifermentato in bottiglia si presti molto a variabilità da anno a anno, da imbottigliamento a imbottigliamento.

Un’altra caratteristica importante, riscontrata quasi in tutti i campioni, è la finezza e setosità della bollicina. La pressione inferiore in bottiglia aiuta ma crediamo che conti molto anche la qualità delle uve e la mano del produttore.

Sulle differenze aromatiche si potrebbe scrivere molto, perché molte sono: si parte dal classico fruttato di mela più o meno matura per passare a sentori floreali e arrivare a odori di erbe aromatiche, funghi, lieviti, crosta di pane, terra bagnata, e sentori “birrosi”.

Qui non possiamo non fare un confronto per niente irriverente con tanti metodo classico italiani, che sboccati dopo 18-24 mesi sono spesso chiusi o poco espressivi e quasi sempre hanno bisogno di molto tempo in bottiglia per aprirsi. I Colfondo Agricolo dopo 12 mesi hanno gamme che in alcuni casi partono dal pan brioche e ricordano tanto da vicino degli ottimi champenois di diversi anni.

Arrivando al palato, oltre a sottolineare la conferma della finezza della bollicina troviamo freschezza, molto spesso sapidità, in vari casi un’inaspettata grassezza ma tutto questo sempre con il giusto equilibrio. Eppure stiamo parlando di vini praticamente secchi e non possono non tornare a mente tante altre bollicine, delle più svariate tipologie o denominazioni, che in bocca mostrano scontrosità e durezze che solo il tempo (forse) potrà mitigare.

Altra caratteristica importante, anzi molto importante è che il grado alcolico non supera mai gli 11° e vi garantisco che, specie per chi come me ha qualche anno, bersi due-tre calici di un Colfondo Agricolo o di un qualsiasi altro vino, spumante o meno, fa la sua differenza sia in digeribilità che nel sentirsi più o meno appesantiti subito dopo il pasto.

Dal punto di vista delle tre annate degustate la nostra impressione è che la 2021 e la 2019 abbiano una marcia in più rispetto alla 2020, ma in ogni annata abbiamo trovato buoni e ottimi vini. Ne è la prova il fatto che ben 5 siano i Vini Top e che ben l’80% dei vini abbia raggiunto almeno 3 stelle.

In definitiva il Colfondo Agricolo è un vino che per noi ha un grande futuro, forse perché arriva direttamente dal passato ma è fatto con i piedi ben saldi nel presente.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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