Grenache du Monde ad Ascoli2 min read

Una delle più belle piazze d’Italia, Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno, ha ospitato la tornata italiana del Concorso Internazionale di Grenache du Monde.

Le altre sedi, disseminate tra Francia e Spagna, sono state Perpignan, Châteauneuf-du-Pape e Cebreros. Non poteva esserci cornice migliore per questa manifestazione giunta alla sua IX° edizione e che ha visto una giuria composta da 27 giudici all’opera per un totale di 300 vini a base Grenache (rossi, rosati e spumantizzati) provenienti da Francia, Spagna, Italia, Africa del Sud, Australia, Canada, Repubblica di Macedonia, Libano e Grecia.

La Grenache (Cannonau, Alicante, Garnacha, Gamay del Trasimeno, Tai rosso) comunque la si chiami resta uno dei vitigni più coltivati al mondo e che forse meglio di altri esprime un carattere mediterraneo. Nelle Marche prende il nome di Bordò ed è ancora alla ricerca non di una identità, perché quella stando alla degustazione dei campioni presentati è già ben definita, ma di un nome e di un riconoscimento ufficiale, che evidentemente non potrà contemplare il nome attuale. Si aprono qui scenari e ipotesi che comporteranno lungaggini burocratiche e prese di posizione che non spetta a noi al momento discutere, ma che non mancheranno di essere oggetto delle nostre attenzioni appena il quadro ed il percorso di riconoscimento sarà più chiaro.

Tornando ai vini degustati, la media generale è stata medio alta, con ancora qualche perdonabile ingenuità enologica, ma complessivamente di ottimo livello. Gli italiani non se la sono cavata male anzi in percentuale rispetto ai campioni presentati direi che, portare a casa 44 medaglie d’oro e 18 d’argento su 145 campioni presentati, è andata molto bene. 28 ori e 14 argento sono andati alla Sardegna con i suoi ottimi Cannonau, mentre le Marche confermano con 7 ori e 3 argento, uno stato di grazia che è una conferma delle passate edizioni che hanno visto il Bordò mietere unanimi consensi. Bene anche le altre regioni: 5 ori al Gamay del Trasimeno;  2 ori alla Toscana con il suo Alicante; 2 ori ai Colli Berici con il Tai Rosso; 1 argento alla Granaccia Ligure.

Appuntamento al prossimo anno con un’edizione unica negli Stati Uniti.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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