Grandi Cru della costa: si guarda avanti guardando indietro4 min read

E anche quest’anno appuntamento imperdibile al Real Collegio di Lucca per chi voleva degustare i grandi cru della costa toscana: vini in realtà non necessariamente ottenuti da vigne vicine al mare ma che si definiscono così perché le aziende toscane che li producono si trovano nelle provincie che si affacciano sul Tirreno.
Niente da dire che non sia già stato detto sui consueti banchetti, presi come al solito d’assalto non solo da operatori del settore ma anche da quei, come si usa definirli adesso, winelovers:forse una selezione a monte servirebbe.

Sicuramente le parti più interessanti della manifestazione sono state l’ en primeur  e i laboratori.

La prima era  aperta quest’anno solo alla stampa (e qualche operatore pare si sia risentito per questo) e in alcune salette riservate, già due ore prima rispetto all’orario di apertura della manifestazione era possibile degustare campioni non ancora in commercio dell’ultima vendemmia, la 2016. A proposito, I vini degustati, anche se può sembrare tautologico,  “riflettevano l’annata”.

Annata 2016 che sulla fascia costiera della  Toscana è stata caratterizzata da tempo soleggiato a partire da metà giugno sino ai primi giorni di settembre,  mitigato in alcune zone da venti freschi che hanno favorito l’accumulo di sostanze zuccherine nel frutto. Inoltre le piogge primaverili hanno concesso alle piante  disponibilità d’acqua fino alla maturazione e ne hanno favorito lo sviluppo vegetativo. Infine  le significative escursioni termiche  giorno-notte hanno favorito la formazione delle sostanze aromatiche e polifenoliche e, ciliegina sulla torta, il bel tempo di settembre ha permesso di raggiungere la perfetta maturazione delle uve.  Quindi una vendemmia baciata da dio, con vini buoni adesso ma adatti anche ad un buon invecchiamento.

In effetti  ho degustato vini che erano praticamente già pronti  ed assolutamente godibili.  Sapendo che in alcuni casi  è previsto  un passaggio in legno, mi sono augurata che questo non sminuisca, anziché migliorarne, la qualità.  Come si dice… ai posteri l’ardua sentenza, ne riparleremo tra qualche mese o tra qualche anno.


Per quanto riguarda i laboratori interessante quello dedicato al metodo classico tra Franciacorta e Costa Toscana, dove tra i sette rappresentanti toscani ha avuto la meglio un delicato ed elegante Sangiovese in purezza di  Michele Satta e si è difeso egregiamente un uvaggio di Gros Manseng (90%) e chardonnay (10%) di Podere La Regola,  mentre probabilmente non sono stati selezionati adeguatamente  i due campioni franciacortini.

Interessante anche  la verticale di sette annate del Galatrona,  un vino “ospite” in quanto l’azienda che lo produce si trova a Petrolo in provincia di Arezzo. Un Merlot in purezza presentato  magistralmente da Ernesto Gentili dove il 2005, l’annata più vecchia presentata, si è rivelata anche la più piacevolmente sorprendente poiché non dimostrava affatto i suoi anni. Ancora fresco e malgrado la prontezza sicuramente  con ancora della strada da fare.

Altrettanto interessante la verticale condotta da Vito Intini di ben dieci annate dell’Avvoltore,  vino rappresentativo dell’azienda di Moris Farm:  Sangiovese 75% – Cabernet Sauvignon 20% – Syrah 5%, dove ho prediletto un elegante 2007 ed un ancora straordinariamente  fresco 1998.

Erano poi previste tre orizzontali di nove rossi ciascuna chiamata “anteprima 10 anni dopo, la vendemmia 2007” guidate da un brillante Richard Baudains. Qui, nonostante il fil rouge dell’annata (che come ricorda il collega Alessandro Bosticco  che ne ha seguite due lasciando a me il compito di seguire la terza) particolarmente calda, non  si riusciva a capire bene i criteri di selezione ed inserimento nella degustazione A, B o C.

Vitigni, storie, denominazioni diverse, il tutto messo assieme con criteri che ci sfuggono, o forse senza volerlo rappresentativi di un territorio molto vasto,  dove è difficile  trovare similitudini viticole ed enoiche.  Ognuno di loro ha comunque mostrato modi diversi per  invecchiare (meglio o peggio) e malgrado siano stati tutti all’altezza della situazione, in ogni  batteria c’è stato un outsider.

Nella prima  il Caiarossa (blend di sette vitigni)  complesso, vegetale, fruttato, balsamico tonico e persistente. Nella seconda il Tenuta Maria Tere, un cabernet sauvignon in purezza della  Fattoria Bernicchi  speziato anche “verde” il meglio conservato anche nel colore. Nella terza il  Syrah di Tenuta Lenzini fresco, elegante, persistente, frutto dolce e leggera vaniglia di un legno ben fatto.
Anche per i bianchi si è voluto guardare al passato e la degustazione “invecchiare bene, i bianchi della costa vendemmia 2007” ha proposto sette vini veramente interessanti che hanno dimostrato una grande capacità di miglioramento nel tempo e che alla cieca potevano sembrare delle vendemmie tardive francesi, alcuni persino con una nota di botrytis.

A  grande maggioranza ha spiccato il Vermentino Colli di Luni Fosso di Corsano di Terenzuola ancora “giovane”, di un bel giallo paglierino, con un naso complesso, floreale, fruttato, con buona mineralità e una bocca meravigliosa piena di sapidità e bella acidità, che sicuramente gli regalerà ancora un po’ di tempo. In definitiva spero che tutto questo guardare indietro sia servito a guardare avanti, cioè a capire dove poter migliorare in vigna e in cantina.

Un’edizione sicuramente più ricca dello scorso anno e molto ben organizzata  con un impeccabile servizio sommelier ,quest’anno affidato a FISAR dopo anni di monopolio AIS.

Tiziana Baldassarri

Ho due grandi passioni: il mare ed il vino. La prima mi fa vivere, la seconda gioire. Dopo il diploma di aspirante al comando di navi mercantili ho lavorato nella nautica sia in terra che in mare per poi approdare a scuola, dove sono assistente tecnico mentre dopo il diploma di sommelier ho partecipato attivamente alla vita di FISAR  facendo servizi, curandone i corsi come direttore e ricoprendo cariche istituzionali.

Ma la sublimazione assoluta della passione enologica è arrivata con l’arruolamento nell’esercito di winesurf dove degusto divertendomi  e mi diverto degustando, condividendo sia con gli altri “surfisti” sia con coloro che ci seguono, le onde emozionali del piacere sensoriale.


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