Finalmente lo stop alla “distruzione con migrazione” dei vigneti2 min read

Ogni tanto una buona notizia, almeno per chi crede che le regole quando ci sono vadano rispettate e non aggirate, specie se per farlo occorre distruggere ettari e ettari di vecchie vigne.

Breve riepilogo dei fatti: per superare sia l’impossibilità della vendita dei diritti d’impianto sia il blocco dell’aumento delle superfici vitate imposto dalla UE si era trovato un sistema abbastanza semplice. SI prendeva in affitto un vecchio vigneto in un’altra regione e poi se ne  chiedeva l’espianto che, una volta ottenuto liberava i diritti su quel vigneto che venivano usati per piantare  un altro vigneto in un’altra regione italiana, di solito in Veneto o in Friuli Venezia Giulia. (per maggiori informazioni leggi qui)

Si sono così distrutti centinaia di ettari di vecchie vigne per poter  far “migrare” i diritti e piantare essenzialmente  glera, pinot grigio e trebbiano di Lugana nelle rispettive zone.

La cosa era legalissima ma non proprio eticamente corretta, specie se si considera la vite un albero e comunque una pianta con una sua dignità, inoltre si rischiava di distruggere parte del patrimonio ampelografico italiano.

Per fortuna il legislatore ha compreso la situazione e ha fatto la cosa giusta da fare.

Il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il 13 febbraio 2018 ha pubblicato una “Modifica del decreto ministeriale 15 dicembre 2015 n.12272” che testualmente recita:

Al fine di contrastare fenomeni elusivi del principio della gratuità e non trasferibilità della titolarità delle autorizzazioni conseguenti ad atti di trasferimento etc… l’estirpazione dei vigneti effetuata prima dello scadere dei 6 anni dalla data di registrazione dell’atto di conduzione non dà origine ad autorizzazioni di reimpianto in una regione differente da quella in cui è avvenuto l’estirpo.”

In parole povere chi dal 13 febbraio affitterà una vecchia vigna per estirparla e far migrare i diritti, dovrà aspettare almeno sei anni dalla richiesta di estirpazione per poter procedere.

Così viene in buona parte a cadere la convenienza dell’operazione e quindi  quasi sicuramente si bloccherà questo traffico di diritti fatto “sulla pelle” di vecchi vigneti.

Grazie Ministro Martina e speriamo che il prossimo governo, magari sotto le pressioni del Governatore Zaia, non ci ripensi.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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