Ogni tanto una buona notizia, almeno per chi crede che le regole quando ci sono vadano rispettate e non aggirate, specie se per farlo occorre distruggere ettari e ettari di vecchie vigne.
Breve riepilogo dei fatti: per superare sia l’impossibilità della vendita dei diritti d’impianto sia il blocco dell’aumento delle superfici vitate imposto dalla UE si era trovato un sistema abbastanza semplice. SI prendeva in affitto un vecchio vigneto in un’altra regione e poi se ne chiedeva l’espianto che, una volta ottenuto liberava i diritti su quel vigneto che venivano usati per piantare un altro vigneto in un’altra regione italiana, di solito in Veneto o in Friuli Venezia Giulia. (per maggiori informazioni leggi qui)
Si sono così distrutti centinaia di ettari di vecchie vigne per poter far “migrare” i diritti e piantare essenzialmente glera, pinot grigio e trebbiano di Lugana nelle rispettive zone.
La cosa era legalissima ma non proprio eticamente corretta, specie se si considera la vite un albero e comunque una pianta con una sua dignità, inoltre si rischiava di distruggere parte del patrimonio ampelografico italiano.
Per fortuna il legislatore ha compreso la situazione e ha fatto la cosa giusta da fare.
Il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il 13 febbraio 2018 ha pubblicato una “Modifica del decreto ministeriale 15 dicembre 2015 n.12272” che testualmente recita:
“Al fine di contrastare fenomeni elusivi del principio della gratuità e non trasferibilità della titolarità delle autorizzazioni conseguenti ad atti di trasferimento etc… l’estirpazione dei vigneti effetuata prima dello scadere dei 6 anni dalla data di registrazione dell’atto di conduzione non dà origine ad autorizzazioni di reimpianto in una regione differente da quella in cui è avvenuto l’estirpo.”
In parole povere chi dal 13 febbraio affitterà una vecchia vigna per estirparla e far migrare i diritti, dovrà aspettare almeno sei anni dalla richiesta di estirpazione per poter procedere.
Così viene in buona parte a cadere la convenienza dell’operazione e quindi quasi sicuramente si bloccherà questo traffico di diritti fatto “sulla pelle” di vecchi vigneti.
Grazie Ministro Martina e speriamo che il prossimo governo, magari sotto le pressioni del Governatore Zaia, non ci ripensi.