Federico Zileri: la grande scommessa dei vini di Bolgheri sarà vederli tra 10 anni15 min read

Federico Zileri, oltre ad essere un grande conoscitore del territorio bolgherese è forse uno dei pochi produttori di Bolgheri che abbia “il piede in due staffe” essendo responsabile sia del Castello di Bolgheri che dell’Argentiera, due cantine da sempre ai massimi livelli di questa giovane ma importantissima denominazione. Lo abbiamo intervistato su molti temi riguardanti questo territorio oramai sotto gli occhi di tutti.

Winesurf “Prima cosa: da quanti anni produci vino a Bolgheri?”

Federico Zileri “Il Primo anno è stato il 2001.”

W. “Non era maluccio come annata.”

F.Z. “In effetti siamo partiti bene ma ci siamo fermati subito con il 2002 e il 2003 che non abbiamo prodotto. Eravamo in una fase iniziale e non avevamo nemmeno la cantina, che era in ristrutturazione, tanto che il 2001 lo vinificai all’Ornellaia avendo stretti legami con loro, sia familiari che di amicizia. Feci 10.000 bottiglie e quando uscirono fu un grande successo: per questo non ci sentimmo di produrre 2002 e 2003 e dato che non facevamo ancora il Bolgheri Rosso Varvàra non producemmo niente. Nel 2004 ripartimmo, nel 2005 è arrivato Alex (l’enologo Alex Dondi n.d.r.)  e abbiamo iniziato a produrre anche il Varvàra.”

W. “Dal punto di vista tecnico come nasci? Enologo, agronomo, o cosa?”

F.Z. “Ho fatto agraria e anche mio padre era agronomo, però si occupava di gestire aziende agricole e della parte ingegneristica. Era specializzato nel progettare laghi e bacini”

W. “Anche Vittorio Contini Bonaccossi di Capezzana progettava laghi.”

F.Z. “Era quella generazione, anche perché allora c’erano grossi finanziamenti per la creazione dei laghi. Mio padre non mi ha mai comunque spinto a fare agraria. Dopo la laurea, all’inizio degli anni ’90, ho iniziato a lavorare con l’Agriconsulting, che è stata una grandissima scuola. Diciamo che ho iniziato a lavorare in un grande momento di ripartenza del vino toscano e italiano, contornato da grandi persone.”

W. “Perché Bolgheri?”

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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