Espianti pugliesi: a rischio le vigne migliori.3 min read

Tra pochi giorni scadrà il termine per aderire volontariamente all’estirpazione dei vigneti: a questo proposito il rischio  in Puglia è che si ripeta quello che è successo quindici anni fa, quando si estirparono vecchi vigneti ad alberello poco redditizi ma che davano buone uve, lasciando intatti quelli a tendone, produttori di quantità ma non certo di qualità. D’altronde, vista la minima differenza di prezzo tra uve di livello e non, perché continuare a coltivare un vigneto che rende 50-60 q.li/ettaro di uva e che ai prezzi correnti (30-35 €/q.li) fa incassare dai 1500 a 2100 € ad ettaro, anziché coltivarne uno che ne rende anche 300?
E’ ovvio che senza correttivi si rischia di lasciar spiantare vigneti buoni e favorire quelli con rese molto alte, collocati nella quasi totalità in Capitanata
Inoltre il possibile danno è circonfuso da un ‘aura di burocratica incertezza. Entro il 28 luglio la Regione avrebbe dovuto consegnare al Ministero un elenco delle zone inammissibili all’estirpazione e contestualmente pubblicarne l’elenco. Dico avrebbe dovuto, perché nessuno è a conoscenza se è stato fatto o no  (c’è una proroga?).  Nessuna delle associazioni di categoria, nessun produttore ne è al corrente. Qualora non sia stato fatto, responsabilità della Regione a parte, che succederà? Ognuno spianterà dove vuole? Noi ovviamente preferiremmo sbagliarci e constatare  che la Regione abbia avuto tempo e volontà di compilare questo benedetto elenco. Ce lo auguriamo per tutti i produttori.
Il 15 settembre invece, come già detto,  scade il termine per la presentazione della domanda di l’adesione volontaria all’estirpazione dei vigneti. La quantità di vigneti da estirpare in Puglia è pari al 10%  cioè “poco” più di 10 mila ettari. Anche di questa situazione, che coinvolge una bella fetta del nostro patrimonio vitato, non se ne sa nulla.
La constatazione di  quale sia lo stato di disinformazione  si percepiva perfettamente parlando con alcuni produttori in occasione della manifestazione “ Rosati in terra di Rosati”, che si è tenuta a Ceglie Messapica domenica 31 luglio. Rassegnazione è la parola che  viene spontanea per definire lo stato d’animo prevalente. Se a questo si aggiunge la totale disinformazione anche sulle nuove norme di classificazione dei vini che entrerà in vigore il 1 agosto 2009, il caos in cui versa il comparto è totale. Da quella data le 25 DOC e le 6 IGT scompariranno per lasciare il posto a 6 DOP ed 1 IGP (fonte Città del Vino). Naturalmente che cosa questo voglia dire nessuno lo sa. Quali saranno le 6 DOP e quale l’unica IGP?  Per ora buio totale.
Come spesso avviene in questi casi, alcuni sperano in una proroga e quindi che, di proroga in proroga, si continui con la vecchia classificazione. Altri, comunque ottimisti pensano che comunque vada una soluzione si troverà sempre. I pochi  che si rendono conto della gravità della situazione si sentono indifesi e disarmati, impotenti davanti a scelte già compiute ed ormai inevitabili.
Lo scenario futuro è comunque molto difficile da immaginare e se da una parte la nuova classificazione farà pulizia di alcune DOC di scarsa rappresentatività, (prezzo comunque alto da pagare) dall’altra  è certo  che lo scenario sarà completamente stravolto e nuovi problemi sorgeranno.
Siamo di fronte ad uno sconvolgimento totale delle classificazioni e delle conseguenti strategie di mercato, che bene o male hanno regolato sino ad ora  il mercato europeo. Una cosa è certa:  fare vino diventa sempre più difficile. Pochi se ne rendono conto e quando lo capiranno il rischio è che tutto sarà cambiato.

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE