Degustare 15 anni dopo2 min read

Dopo ben quindici anni che degustiamo vini per Winesurf ci sembra doveroso ribadire le caratteristiche del nostro metodo di assaggio, che sicuramente si è evoluto negli anni ma è rimasto fedele ad alcuni punti fermi che qua sotto vi proponiamo.

Partiamo dal concetto che di vini corretti è pieno il mondo. Noi ricerchiamo (e preferiamo) quelli che, oltre ad essere enologicamente irreprensibili, danno anche sensazioni aromatiche e/o gustative complesse e particolari. Inoltre per noi è importantissimo ritrovare nel vino le caratteristiche del vitigno da cui proviene e del suo modo di esprimersi in quel determinato territorio.

Altro punto cardine  è che bere un vino deve essere un piacere. Quindi quelli “troppo” (troppo concentrati, con troppo legno, troppo acidi etc) cioè i vini non equilibrati difficilmente sono nelle nostre corde. Per questo un vino che ottiene alti punteggi  deve anche essere quello che finisce per primo in tavola, altrimenti è un vino zoppo.

Abbastanza spesso assistiamo a quella che potrebbe essere vista come una stranezza ma non lo è, cioè che un discreto numero di produttori danno (anche inconsapevolmente) il meglio di sé nei vini base e non nelle selezioni, perché afflitti dalla voglia di stupire, portando il vino ad uno squilibrio che non rende giustizia sia all’impegno del produttore che alle uve utilizzate.

Per noi infatti i grandi vini non sono solo quelli da grande invecchiamento. In ogni categoria e tipologia si possono trovare delle vere e proprie perle che non è detto debbano essere valutate solo per la loro possibilità di conservarsi nel tempo ma per avere grandi caratteristiche aromatiche e gustative, che devono e possono evolversi ma non solo nell’ottica di una “maratona” temporale, dove il migliore è quello che “dura” di più.

Da questi concetti deriva che noi diamo grandissima importanza non solo alle qualità intrinseche del vino (derivante dalla classica degustazione occhio-naso-bocca), ma anche alla rispondenza con il vitigno/i da cui proviene e alla sua piacevolezza.

Quindi i nostri assaggi, se volessimo vederli da un punto di vista di assi cartesiani, non vanno solo in un senso sull’asse delle ascisse,  ma hanno delle variabili (piacevolezza, rispondenza al vitigno) che “allargano” lo spettro della degustazione, lo cambiano, lo spostano verso  l’asse delle ordinate e spesso portano a voti diversi rispetto a una normale valutazione qualitativa del vino.

Rimaniamo convinti comunque di una cosa: una degustazione professionale è la “cosa oggettiva più soggettiva che esista” e qualunque valutazione presta il fianco a critiche e a commenti.

Dal nostro punto di vista vediamo la guida di Winesurf come una serie di amichevoli consigli, un modo per stimolare la curiosità e la conoscenza, sia nostra che del lettore.

Del resto il mondo del vino è infinito, in continua crescita e cambiamento. E’ come guardare il cielo stellato: puoi studiarlo quanto vuoi e provare a conoscerlo e a comprenderlo, ma andando avanti capisci sempre più quanto sei piccolo.

Redazione

La squadra direbbe Groucho Marx che è composta da “Persone che non vorrebbero far parte di un club che accetti tipi come loro”. In altre parole: giornalisti, esperti ed appassionati perfetti per fare un lavoro serio ma non serioso. Altri si aggiungeranno a breve, specialmente dall’estero, con l’obbiettivo di creare un gruppo su cui “Non tramonti mai il sole”.


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