Cosa fare contro la sbronza? Bere, ovviamente!2 min read

L’agenzia francese per la salute alimentare (AFSSA) ha dichiarato che non esiste nessuna prova scientifica che le cosiddette “bevande anti sbronza” funzionino.

Noi italiani che, da buoni provincialotti siamo sempre un passo indietro, non avevamo ancora sentito parlare di questa eccezionale trovata. Una bevanda per annullare gli effetti di un’altra bevanda, ovviamente alcolica. Se parlassimo di armi sarebbe l’equivalente delle pallottole di gomma: invece di smettere di vendere fucili o di prestare più attenzione a dare il porto d’armi, si danno in dotazione quel tipo di pallottole e uno può sparare quanto vuole.

Così con la nostra (si fa per dire) miracolosa bevanda, invece di insegnare ai ragazzi che bere molto è una sonora cazzata, fa male e porta a rischi mortali si seguono altre strade, sicuramente più proficue dal punto di vista finanziario. Gli diamo la bevanda che salva dalla bevanda, così continuano ad ingurgitare di tutto e di più (magari possono anche aumentare le dosi di alcol) a cuor leggero, tanto ci sono  Soberguard o Sobrietol (due fra i tanti prodotti che rischiano di arrivare sul nostro mercato e che già su internet vengono venduti) che ci mettono una pezza.

Ma vi rendete conto!!!

Ora, a parte la follia insita nel prodotto il bello è che lo studio francese dimostra che  tali bevande non servono assolutamente a niente, che tutte le doti decantate nei messaggi pubblicitari non hanno alcuna base scientifica ed inoltre le sostanze che le compongono non risultano sufficientemewnte testate.

Sarebbe troppo auspicare che il nostro ministero non autorizzi la vendita in Italia di questi prodotti, che si presentano come delle  innocue bibite aromatizzate alla frutta?

Questo perchè non vorremmo che la pseudo frutta desse tremendi frutti.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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