Compreresti una botte dal falegname o una barbatella dal fioraio?5 min read

La nostra incommensurabile, inimitabile, insuperabile (non la paghiamo…quindi abbondiamo in complimenti) P.R. Maddalena Mazzeschi ha scritto un articolo serissimo ma anche ironico ed autoironico dove, dopo aver fatto tabula rasa di tutte le possibili forme di PR esistenti sulla faccia della terra, propone un chiaro modello. Chi siamo noi per non dare voce a chi manifesta idee così chiare??????

 

Descrizione semi-seria del lavoro (?) di ”Responsabile delle Relazioni Esterne” volgarmente detto: “PR”

Il mio grande amico e direttore di Wine Surf – che è maestro nel farsi nemici combattendo guerre accanite contro i mulini a vento! – mi ha chiesto di scrivere un articolo che parlasse del mondo del vino dal mio punto di vista cioè quello delle P.R., del marketing e della comunicazione. Chi mi conosce sa che pure io ho una discreta capacità di farmi nemici, soprattutto perché – come afferma mio cognato – “purtroppo non ho filtro tra il cervello e la bocca”. Nel caso specifico dimostro che il filtro non funziona neppure con la tastiera del computer!

 

Pare che Oscar Wilde affermasse una cosa del tipo: “Per giocare a golf essere stupidi non è necessario, ma aiuta!”. Ecco, qualcosa del genere mi sembra si possa dire per descrivere l’attuale approccio, diffuso tra molti se non tra i più,  verso il settore delle PR e della comunicazione nel mondo del vino: “Per un produttore di vino che cerca il PR, essere stupido non è necessario, ma aiuta!”

 

Gli ultimi 20-25 anni sono stati importanti per il vino italiano quanto tutti i millenni precedenti messi insieme. Quando nel 1991 ho intrapreso la libera professione in qualità di “Responsabile del Marketing e delle Pubbliche Relazioni”, molti dei produttori cui proponevo la mia collaborazione mi rispondevano più o meno: “Lei si occupa di P … che?”. Oggi invece l’importanza che gli stessi produttori danno a questo settore aziendale rischia di essere eccessiva. Spesso pensano che il successo sia legato più alla bravura nel comunicare il vino che nel produrlo.

Giusto o sbagliato che sia questo nuovo modo di rapportarsi con l’ambito della comunicazione, vediamo con quali criteri molte aziende selezionano il “Responsabile delle Relazioni Esterne”, volgarmente detto “PR”:

 

1. I laureati nelle Facoltà di Scienze delle Comunicazioni nonché in tutte le Facoltà annesse e connesse che hanno nomi altisonanti pensati da ottimi PR, ma che sfornano prevalentemente “mostri” convinti di sapere tutto sulla comunicazione, l’advertising, il brand, l’integrazione dell’offerta, e così via, ma che non hanno un minimo di esperienza e rischiano di far danni irreversibili tanto all’immagine, quanto soprattutto alle tasche degli incauti produttori che se ne servono. Dio ci scampi e liberi da questi ragazzetti poco più che adolescenti i quali, senza un minimo di umiltà, pensano di affrontare un progetto di comunicazione seguendo i paragrafi principali del libro sul quale hanno preparato un esame!

2. Ma Dio ci scampi e liberi anche dagli studi con sede a Milano (sennò che studio d’immagine sei?), Hong Kong (l’oriente va di moda), New York (gli USA fanno sempre il loro magnifico effetto!), Londra (la City è sempre la City!). Sono abituati a promuovere con successo accessori, auto, abbigliamento di lusso e quindi, il solito sprovveduto produttore ben conscio di essere in fondo “solo un contadino”, pensa che tanto più e meglio sapranno fare in un ambiente così piccolo e facile come quello del vino. Ne ho visti di disastri fatti da questi signori … ed anche qui sono scorsi soldi a palate!

3. Il giornalista che si è messo anche a fare PR. In questo caso il produttore (contadino=scarpe grosse e cervello fino”!) probabilmente pensa: “Beh! Almeno sui giornali con i quali collabora, usciranno articoli altisonanti sulla mia azienda!”. E invece no, perché se il giornalista in questione è corretto, non scriverà mai articoli dedicati alle aziende che lo pagano per far scrivere di loro!

4. Ultima ma non ultima la categoria fatta da “mogli, amanti, amiche, parenti e conoscenti” che, pensa il nostro solito incauto produttore, senz’altro sapranno fare PR benissimo! Sono o non sono “signore ben vestite”? Tanto cosa devono fare se non accompagnare a pranzo i giornalisti?. Sanno o non sanno scrivere in un italiano discreto? E allora perché non  dovrebbero essere in grado di scrivere un comunicato stampa? E’ questa la categoria della cui incapacità, in genere, il produttore si accorge più rapidamente, ma è anche quella che crea i maggiori problemi di … licenziamento! Gli alimenti sono una sassata e a volte costa meno tenersi la moglie PR che andare incontro al divorzio!

 

Insomma è arrivato il momento, anzi lo è già da vari anni e quindi siamo in ritardo clamoroso, di affidare questo settore a dei veri professionisti. Non c’è una scuola alla quale formarsi, purtroppo solo l’esperienza e la memoria storica mettono in grado di affrontare questo ambito con qualche probabilità di successo in più e qualche probabilità di fare cavolate in meno!

Adesso, che la sottoscritta sia indubbiamente la migliore sul mercato è un dato di fatto! Chi oserebbe contraddirmi? Però vi assicuro che ci sono in giro vari altri bravi professionisti, capaci di mettere i produttori davanti a scelte concrete da imprenditore e non da riccone che ha l’hobby della cantina. Professionisti che sanno assaggiare un vino, conoscono il mercato, sanno cos’è una vigna e … udite! Udite! Hanno anche messo piede in più di una cantina, magari – incredibile vero? – anche fuori Italia!

Allora, cari produttori, dato che fare il vino è forse uno dei mestieri più difficili, ma anche più esaltanti del mondo; dato che mai comprereste una botte nella falegnameria dietro casa o una barbatella dal fioraio …. per favore cercate il vostro PR in uno studio di PR … possibilmente specializzato o almeno che conosca bene il mondo del vino!

Se poi si tratta di una signora ben vestita … tanto meglio!

 

Maddalena Mazzeschi

A 6 anni scopre di avere interesse per il vino scolando i bicchieri sul tavolo prima di lavarli. Gli anni al Consorzio del Nobile di Montepulciano le hanno dato le basi per comprendere come si fa a fare un vino buono ed uno cattivo. Nel 1991, intraprende la libera professione come esperto di marketing e pubbliche relazioni. Afferma che qualunque successo è dovuto alle sue competenze tecniche, alla memoria storica ed alle esperienze accumulate in 30 anni di lavoro. I maligni sono convinti che, nella migliore tradizione di molte affermate PR, sia tutto merito del marito! Per Winesurf si occupa anche della comunicazione affermando che si tratta di una delle sfide più difficili che abbia mai affrontato. A chi non è d’accordo domanda: “Ma hai idea di cosa voglia dire occuparsi dell’immagine di Carlo Macchi & Company?”. Come darle torto?


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