Come bere Borgogna tutti i giorni e vivere felici (terza parte)3 min read

Coteaux Bourguignons (senza dimenticare il Bourgogne Passe-tout-grains)

Come ho già detto, accanto all’appellation  Bourgogne,  ve ne sono altre, anch’esse di tipo macro-regionale, che coprono cioé tutte le regioni della Borgogna, dalla Yonne al Beaujolais, come  quella di Bourgogne Passe-tout-grains (solo in rosso e in rosa), e la più recente Coteaux Bourguignons  (istituita nel 2011), proposta invece  nei tre colori.

Per quanto riguarda i vini rossi e rosé esse si sovrappongono non poco tra di loro: in entrambi i casi, infatti, sono dei blends di pinot noir e gamay, con la possibilità, nei vini prodotti nella Yonne, di aggiungere un po’ di césar o tressot, ancora presenti nella regione. Entrambe differiscono sostanzialmente dall’AOC Bourgogne rouge perché impiegano una percentuale più generosa di gamay: da un  un massimo del 30% nel B. rouge  (ridotta al 15% nei B. Pinot noir), la percentuale ammessa raggiunge i  due terzi del blend nel B.-Passe-tout-grains, mentre nessun limite quantitativo  nella proporzione delle due uve è prescritto nel Coteaux bourguignons. Quanto ai Coteaux bianchi, all’immancabile  chardonnay si aggiungono i tradizionali “cépages modestes” della Borgogna: l’aligoté, e  il melon e il sacy, che resistono ancora nella Yonne.

I Coteaux bourguignons  hanno praticamente riassorbito le vecchie e più connotate denominazioni Bourgogne Ordinaire e Bourgogne Grand Ordinaire, ma non anche  quella di Bourgogne Passe-tout-grains, come sarebbe parso ovvio:  la sua conservazione appare motivata, più che dalla semplice asimmetria cromatica,  dal forte attaccamento alla tradizione dei vignerons borgognoni.

Passe-tout-grains e Coteaux sono vini concepiti per essere bevuti giovani, in modo da poter godere la massima freschezza del frutto e quindi abbastanza semplici e immediati, ma anche  molto piacevoli e beverini, perfetti sui salumi locali e sui buffets campagnards, specie i Passe-tout-grains, che i numerosi fan ritengono una appellation “irrinunciabile”.

I rossi di queste tipologie hanno una colorazione leggermente diversa rispetto ai Bourgogne Pinot noir (il gamay sfuma il rubino del pinot con dei riflessi violacei) e sono generalmente più immediati, freschi e fruttati, di facile beva per la loro ridotta tannicità.

Per quanto il livello qualitativo di questi vini  sia raramente superiore a quello di semplici “vin de soif”, alcuni produttori ne propongono versioni molto ben fatte, degne dell’assaggio e soprattutto da essere godute a tavola: è da antologia la Cuvée Anthologie (mai nome fu più appropriato) del compianto Michel Lafarge, un Passe-tout-grains dalle piacevolissime note pepate. Oggetto di vero e proprio culto l’altra  cuvée L’Exception, prodotta, solo in magnum e jeroboam, da  vigne vecchie di oltre 80 anni vicino Meursault, adatta anche ad  essere conservata per alcuni anni. Gamay e pinot noir “en complantation” e vinificati insieme perfettamente maturi. Lafarge evidentemente amava il Passe-tout-grains, tanto da proporne due, ma, in Côte d’Or come nella Côte Chalonnaise, non è affatto raro trovare molte altre  versioni eccellenti, come quelle di Bruno Clavelier e di Vincent Dureuil-Janthial, quest’ultimo  conosciuto soprattutto per i suoi bianchi, ma attento vinificatore anche di vini rossi.

Assaggi

Bourgogne Passe-tout-grains “A Minima“2017 Domaine Jean-Louis  Trapet Père et Fils

50% pinot noir e 50% gamay ,” en complantation” su una parcella di quasi 60 anni a Grands Champs, nel comune di Gevrey-Chambertin,  senza solfiti aggiunti dopo la malolattica:  deve il suo nome alla sua filosofia minimalista, di una vinificazione  semplice, senza interventi brutali. Schietto e piacevolmente rustico é un invito alla beva.

Coteaux Bourguignons rouge “Les Croix Blanches” 2017  Domaine Sylvain Cathiard

Più gamay (60%) che pinot noir “en complantation”, fresco e fruttato, come dev’essere, nel quale si sentono le note sottilmente pepate proprie del gamay, una cuvée ai livelli più alti della categoria.

Domaine Virgile Lignier-Michelot

Coteaux Bourguignons blanc “Cuvée Axelle” 2017  Domaine Virgile Lignier-Michelot

Un Coteaux bianco di buona consistenza proposto da uno dei giovani talenti della Côte de Nuits, che lo produce con chardonnay al 100% da una piccola parcella di 30 anni di mezzo ettaro situata accanto alla casa e alla cantina, con rese minime, da grand cru. Molto seduttivo, albicocca, una sfumatura agrumata e note tropicali al naso, palato ceroso, molto sapido.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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