Cappello di Prete, territorio ed enologia1 min read

Ogni enologo ha un suo stile ovviamente, quando questo prevale sull’espressione territoriale non è mai cosa buona. Non è raro trovare vini senza identità, perfetti sotto l’aspetto stilistico, ma senza quelle caratteristiche varietali e territoriali che lo distinguano da altri, corretto sotto l’aspetto organolettico, ma che potrebbe provenire da qualsiasi parte del mondo, in poche parole: senza anima!.   Fare esprimere il territorio con le sue varianti varietali  non è cosa facile , la tendenza alla omologazione è molto diffusa anche in Puglia. E’ sorprendete quindi  come alcuni vini riescano ad esprimere contemporaneamente territorio e mano enologica, senza che quest’ultima sia in qualche modo prevaricante. Il Cappello del Prete, lo storico vino dell’azienda Candido, quest’anno tra i migliori vini per la guida de “L’’Espresso” per rapporto qualità/prezzo, è vino che si lascia bere. Al naso il  frutto maturo si esprime con sentori raffinati di amarena, sottobosco e spezie. In bocca è di buon volume, fresco, succoso e  morbido e con tannini ben levigati. Un ottimo vino considerato anche quello che costa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Az. Candido
Tel. 0831.635674
Uvaggio: Negroamaro 100%
Prezzo: € 8-10

 

 

 

 

Per gentile concessione del Corriere del Mezzogiorno

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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