Brunello Riserva 2015: una grande annata “di lotta e di governo”2 min read

Circa un anno fa abbiamo scritto che l’annata 2015 non sarà stata fra le più longeve del secolo  ma è sicuramente una delle più armoniche, rotonde e godibili degli ultimi 30 anni. Quest’anno dobbiamo correggere il tiro perché, almeno per quanto riguarda le Riserva (ma anche il Brunello d’annata…) sarà sicuramente anche una delle più longeve. E tutto questo senza perdere di vista armonia e godibilità.

Ci sono proprio piaciuti i Brunello Riserva 2015, perché uniscono assieme pienezza e profondità, il tutto ben miscelato (quasi sempre) dal legno.

Non vogliamo esagerare, ma in diversi casi e con i dovuti distinguo vista la potenza, sono anche godibili adesso: questo perché la rotondità tannica e la concentrazione si sono ben fuse e assieme a nasi già complessi e armonici potendo così dare soddisfazioni sia ora che fra molti anni.

Per questo potremmo definire le Riserva 2015 come vini “di lotta e di governo”.

Ma forse c’è anche qualcos’altro dietro questa relativa prontezza e cioè quello che potremmo definire come una “variazione in classifica generale”. Ci sembra infatti che, per chi ha nel suo portafoglio sia Riserva che una o più Selezioni  (di vigna o meno), il vino più importante e a cui affidare il proprio messaggio di longevità negli anni non sia più la Riserva. Questo lo si nota non solo nel modo in cui vengono concepite alcune Selezioni, ma molto più terra terra dal prezzo di vendita che in diversi casi è più alto rispetto a quello delle Riserva.

 

Niente di male in tutto ciò se non un lento e progressivo svilimento della tipologia che, almeno per quanto riguarda  le 2015, presenta vini di assoluto valore mondiale. Forse l’unico problema può essere, in qualche caso, l’alcolicità che si fa sentire ma la complessità aromatica e la pienezza al palato riescono quasi sempre a tenerla a bada.

Insomma, se dovessimo dare un voto alla Riserva 2015 sarebbe sicuramente un bel 9 (noi non spariamo voti come mortaretti) e siamo sicuri che tra 10-15- 20 anni ci darete ragione.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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