Borgo Gradis’ciutta: l’abbiamo inaugurato e vi diciamo che…3 min read

Prendete un giovane e bravo produttore di vino del Collio, aggiungete un vecchio borgo in collina da ristrutturare, amalgamate con  tempo, pazienza (soldi naturalmente),  fate mixare il tutto da un architetto che confusionario è dir poco ed ecco a voi la ricetta per l’apertura, estremamente ritardata, di un luogo veramente bello e accogliente: Borgo Gradis’ciutta.

Robert Princic

Il produttore in oggetto è Robert Princic, del luogo ho già detto il nome e posso solo aggiungere che si trova vicino a san Floriano in Collio, una delle zone  del Collio dove le finezze aromatiche e i panorami sono in prima fila, dell’architetto è bene tacere. Non taccio invece sull’accoglienza avuta. Siamo stati infatti, io e i fortunati partecipanti all’ultimo tour friulano di Winesurf,  i primi ad inaugurare  la cucina e a provare cosa voglia dire “inaugurazione” per Robert Princic.

Borgo Gradis’ciutta  dispone di circa una decina di camere e di un servizio di ristorazione  che può variare ma che si baserà soprattutto su ristoratori locali. Noi abbiamo avuto la fortuna di avere DVor, Osteria Enoteca di San Floriano in Collio, che ci ha preparato l’ottimo menù che troverete nella foto qua sopra, ma soprattutto ci ha servito un antipasto talmente buono e composito che, mi voglio rovinare, è stato uno dei più buoni che ho mangiato in vita mia.  Mi piace elencarvi cosa abbiamo trovato nel piatto perché così riesco a ricordarne il profumo e il sapore.

“Lonza marinata servita con mela verde e cren, panna cotta allo stravecchio con mostarda fatta in casa, tartare ai 14 ingredienti e crostini caldi, frittatina alle erbe di campo.”

Cose se vogliamo semplici, ma equilibrate e saporite, che si abbinavano perfettamente alle nuove annate di Robert.

A Borgo Gradis’ciutta si bevono (per adesso)  i vini dell’omonima azienda e così Robert ha pensato bene di farci fare una carrellata che è partita dal Sinefinis, un metodo classico di  Ribolla Gialla dalla storia molto particolare e dalla profonda finezza, che ti fa capire quanto possa dare questo vitigno se coltivato in  collina e non (purtroppo) piantato nelle piane friulane in quantitativi industriali.

Poi siamo passati ai vini della vendemmia 2020, sicuramente meno succulenta e corposa della 2019, ma precisa nei profumi e di buona lunghezza,  e successivamente siamo andati indietro nel tempo, scavando sino a giungere  ad una magnum 2007 di Friulano e all’uvaggio tra friulano, malvasia e chardonnay 2005 dallo stranissimo nome di Tùzz, vino da cui dopo anni è nato il suo Collio Bianco Riserva.

Mi voglio soffermare però sul Friulano 2007, “il base”, fatto non per invecchiare ma per essere bevuto giovane: a parte il colore giallo dorato, che forse la foto accentua, il naso era un mix tra aromi classici (tipo anice) e terziari che partivano da note di pietra focaia, viravano sul minerale e poi chiudevano con lievi sentori di frutta candita. Ma era in bocca che sorprendeva ancor più: grasso, potente, assolutamente giovanile nel dispiegarsi, lungo, armonico. Ripeto, era un vino “base” , per di più di un’annata calduccia e questo può farvi capire sia  le potenzialità di invecchiamento dei vini del Collio, sia che certe volte il non voler per forza creare vini più opulenti e concentrati, porti quelli stessi  vini a un equilibrio migliore e quindi a un invecchiamento migliore nel tempo.

A proposito di tempo: tre ore sono passate veloci e abbiamo dovuto lasciare Borgo Gradis’ciutta a malincuore. Per chi invece volesse andarci basta che telefoni al 3279815675 oppure visiti il sito internet della cantina

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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