Bordeaux 2016, Château Marjosse1 min read

Si chiama Château Marjosse (al posto del classico château, una bella chartreuse del ‘700) e si trova nella vasta area compresa tra la Garonna e la Dordogna, l’ Entre-Deux-Mers: non certo tra le più celebrate del bordolese per i suoi vini.

Ma Tizac-de-Curton, a distanza quasi uguale da Pomerol e Saint-Émilion, condivide con quest’ultima il suo caratteristico calcare. Il rosso (anche il bianco ha dignità) è, come direbbero i britannici, davvero “lovely”.

Rubino brillante, ha la freschezza, il frutto e la finezza che cerchiamo nei vini che devono piacere e non solo stupire.

In Francia costa meno di dieci euro e in etichetta riporta  la più semplice e generica delle denominazioni bordolesi: “Bordeaux”.

A produrlo è uno che conosce davvero questo terroir: Pierre Lurton, l’uomo di Cheval Blanc e Yquem, di cui si dice che  Marjosse sia il suo giardino segreto.

A proposito, BUON NATALE!

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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